Archie, gatto anziano, trova casa a 13 anni
Come è ben noto, siamo nel periodo delle nascite. Chi ha nel feed delle news di Facebook si ritrova più spesso che non appelli di adozione di adorabili gattini; e i gatti adulti? Per loro non è mai facile, ma questo è un periodo particolarmente duro. In particolare per gli animali dall’indole schiva, poco propensi a prodigarsi in moine per attirare l’attenzione. Archie, gattone tigrato ospite del rifigio no-kill Mid Hudson Animal Aid di New York, i “malus” li aveva tutti. Non solo adulto, ma anche anziano, con sulle spalle la bellezza di 13 anni; piuttosto diffidente e schivo con le persone, per quanto propenso a fare amicizia con i suoi simili; un manto semplicemente tigrato, niente che spicchi nella folla delle gabbie di un gattile.
Archie è arrivato al Mid Hudson da cucciolo. Già da allora era forastico, e col tempo la situazione non è mai migliorata granché. I suoi amici, i gatti con cui socializzava e che rendeva, con la sua presenza, piano piano più domestici e approcciabili, hanno sempre finito per essere adottati, uno dopo l’altro. E l’espressione triste che gli si vede in foto è dovuta proprio a questo: incapace di avvicinarsi davvero agli esseri umani, per lui perdere la compagnia dei suoi “compagni di rifugio” era sempre un trauma.
Il suo amico più stretto era Eddie, un siamese sordo, senza denti e mezzo cieco. Forse consapevoli di avere poche speranze di essere adottati, avevano stretto un legame profondo.
Ma poi è accaduto l’impossibile. Jennifer Blakeslee, una volontaria dal cuore grande con un debole per i gatti più “malandati”, ha portato Eddie a casa con sé. E ancora una volta Archie è rimasto solo.
Quando Jennifer è venuta a conoscenza della storia del nostro micione tigrato, però, proprio non ce l’ha fatta a non tendergli una mano. E così, in una lettera a Babbo Natale tenera e piena di sentimento, ha dato voce al suo Eddie. La lettera ve la proponiamo qui di seguito, tradotta dall’inglese.
Caro Babbo Natale, vorrei presentarti Archie. Mentre ero ospite del rifugio per animali che mi ha salvato la vita, è stato il mio migliore amico. Archie è al rifugio da quando era un cucciolo; lo stesso numero di anni che un bambino passa a scuola, asilo incluso. Ha un carattere schivo e timido, ma in realtà è anche molto dolce e non ha problemi ad andare d’accordo con altri gatti. Archie vorrebbe davvero, davvero, davvero trovare una casa tutta sua, una casa per sempre.
Ed è questo che ti chiedo, Babbo Natale: regala una casa ad Archie.
L’accorato appello è stato diffuso su Instagram assieme alla foto poco qui sopra che li ritrae assieme. Ha ricevuto un mare di condivisioni e commenti, e attirato l’attenzione di Jennifer Baird, un’altra anima generosa di Chicago. A colpirla di Archie, è stato proprio il fatto che socializzasse gli altri gatti ma alla fine restasse sempre solo. Ha aspettato qualche tempo per vedere se qualcuno geograficamente più vicino a lei si facesse avanti, ma quando non è accaduto ha preso la sua decisione. Archie sarebbe diventato il 14esimo della sua tribù felina.
L’unico problema rimaneva il trasporto. C’erano, sì, volontari disposti ad affrontare il viaggio in macchina di due giorni necessario a portare Archie dalla sua nuova mamma, ma i costi risultavano comunque piuttosto elevati. La cifra necessaria, 750 dollari, è stata raggiunta e superata in poche ore grazie alle numerose donazioni.
E così, il nostro tigratone il 3 aprile 2016 è potuto partire. Jennifer Blakeslee ha documentato le fasi iniziali del viaggio con questo collage di fotografie.
E persino durante il viaggio quanti si erano appassionati alla vicenda di Archie ne hanno seguito con entusiasmo il percorso verso la sua nuova casa grazie agli aggiornamenti online.
Oggi, si sta ambientando a casa di Jennifer Baird e sta lentamente facendo amicizia con gli altri gatti di casa, tra cui il bianconero Hershey.
Non solo. Inizia anche a essere meno diffidente nei confronti della sua umana. Piano piano, in breve, sta iniziando a sentirsi davvero a casa.
“Lo sforzo investito nel prendersi cura di un gatto dà i suoi frutti quando comincia a fidarsi di noi e a considerare casa nostra come casa sua.”
Così ha dichiarato Jennifer Blakeslee al sito web www.mnm.com . E noi ci sentiamo di sottoscrivere completamente queste parole.