Derattizzazione a Roma? Razzi.. e gatti alla riscossa!
Capita, purtroppo, fin troppo spesso che l’uomo, pasticciando con gli equilibri della natura, introduca un numero eccessivo di esemplari animali in un’area allo scopo di ridimensionare la presenza di un’altra specie animale. Che insomma sfrutti le rivalità naturali per liberarsi di una specie che sta proliferando eccessivamente e creando problemi. Questo aprile qualcosa di molto simile è stato proposto a Roma: a dimezzare la popolazione dei ratti romani potrebbero pensarci 500 mila gatti, arma chiave della derattizzazione che si sta preparando.
La proposta arriva Antonio Razzi, Senatore di Forza Italia e candidato sindaco a Roma. Razzi, dopo le sonore proteste dei romani che chiedevano a gran voce un intervento di derattizzazione, ha preso in mano la situazione. Ha già preso contatti, dice, per far arrivare in Italia 500 mila gatti asiatici in caso di elezione. A sfamare i felini assoldati per liberare Roma dai ratti penseranno le gattare, naturalmente con un contributo dal Comune qualora ce ne fosse bisogno.
Da parte nostra ci auguriamo che tali gatti asiatici vengano liberati nelle strade di Roma già sterilizzati, e che mentre si occupano di derattizzare la nostra capitale non finiscano vittima di una macchina che corre un po’ troppo veloce. Oltre a questo, sorge anche un altro dubbio: cosa si intende esattamente con “gatti asiatici”? Ci si riferisce forse al gatto leopardo, specie di gatto selvatico grande quanto un gatto domestico circa?
E in tal caso, che tipo di rapporto si potrebbe instaurare col gatto domestico?
Dal punto di vista della salute, poi, si è davvero sicuri che i ratti non soffrano di malattie che potrebbero danneggiare anche i gatti, magari col contatto sangue-sangue, contatto che basta un morso a stabilire? Quali sono le misure prese in precedenza dall’amministrazione comunale? I ratti possono essere stati avvelenati con una sostanza dannosa anche per i mici?
E inoltre, cosa se ne farà di così tanti gatti una volta terminata l’emergenza? Ricatturarli, nel caso l’idea fosse questa, potrebbe essere complesso. In caso contrario ci si ritroverebbe con, a Roma, una popolazione felina aumentata di parecchio. Il che significa, dovessero diventare gatti romani di diritto, maggior lavoro per le gattare.
Non resta che vedere e attendere, sperando che, nel proporre questa soluzione, Razzi abbia pensato anche al benessere dei gatti asiatici.