Farm Livin’: un progetto contro l’eutanasia felina

Molte volte, nei dibattiti di stampo animalista, si inveisce contro la legge italiana, non sufficientemente devota alla protezione dei nostri amici a quattro zampe. Abbiamo senza dubbio i nostri difetti, ma non bisogna dimenticare l’inferno che gli animali vivono nelle perreras spagnole, il tasso di soppressione nei canili e gattili giapponesi e l’alto tasso di rifugi americani in cui l’eutanasia è pratica giornaliera. Proprio negli Stati Uniti, la no profit SpokAnimal si è inventata un modo per salvare diversi gatti in pericolo di soppressione: il progetto Farm Livin’.

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Fonte: http://www.boredpanda.com/

Il sistema di gestione della buona parte dei rifugi americani prevede che, dopo un periodo di tempo determinato, se un gatto non è stato adottato venga soppresso. Ovviamente, i primi a rimetterci sono gli animali più selvatici, quelli che nessuno si vuole prendere la responsabilità di accogliere in casa; vuoi per timore di trovarsi a convivere con una belva indomabile, vuoi perché il gatto fusone ed affettuoso risulta in genere molto più attraente.

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Fonte: http://www.boredpanda.com/

L’idea alla base di Farm Livin’ è trovare una sistemazione agli animali a rischio di eutanasia e inadatti a una vita domestica sfruttando gli istinti più primordiali del gatto. Primo tra tutti, quello della caccia; ed ecco che allora, invece di essere addormentati per sempre, vengono affidati a fattorie in necessità di aiuto nel tenere sotto controllo la popolazione di ratti.

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Fonte: http://www.boredpanda.com/

Come spiegato sulla pagina web dedicata al progetto tutti i mici sono grandi almeno 12 settimane e abituati a sopravvivere in buona misura da soli, affidati già sterilizzati e vaccinati, a costo zero per le famiglie che desiderino davvero accoglierne uno. Assieme al micio viene consegnata una busta di cibo per gatti. In cambio, alle famiglie si chiede che al gatto venga fornito un riparo di tutto rispetto dalle intemperie, si tratti della casa o di un granaio se l’esemplare è particolarmente sfuggente, e che venga comunque nutrito con cibo adeguato, a prescindere dal numero di topi eliminati. Esiste, quindi, un certo controllo in merito al benessere dei gatti affidati.

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Fonte: http://www.boredpanda.com/

Farm Livin’ riguarda, come spiegato, una determinata categoria di gatti. Capita però anche che, oltre a una sistemazione in cui poter vivere con serenità e senza rinunciare alla loro natura selvatica, i gatti si lascino andare e diventino veri membri della famiglia, integrati nelle attività quotidiane e tutt’altro che indifferenti alle coccole.

Ad oggi, dal 2009, i gatti strappati alla soppressione sono più di 1700.

L’iniziativa è encomiabile, senza dubbio. E non dubitiamo che, trattandosi di un’associazione animalista, prima di concludere l’affidamento vengano fatti controlli preaffido sufficienti a garantire che il micio vivrà una vita serena e dignitosa. L’iniziativa è sostenuta peraltro anche dalla Jackson Galaxy Foundation, nota per combattere con le unghie e con i denti per questi piccoli, adorabili felini.

In questo video, proprio i volontari della SpokAnimal raccontano la loro esperienza e ci mostrano i mici di fattoria nel loro ambiente. È purtroppo disponibile solo in lingua inglese.

Che ne pensate di Farm Livin’?

 

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