Cos’è la Fip? Comprendere la Peritonite infettiva felina

Attenzione! Le informazioni riportate nella categoria “La salute del gatto” hanno scopo puramente informativo; non sostituiscono in alcun modo il parere del veterinario!

Cos’è la FIP? Comprendere la Peritonite Infettiva Felina

La Peritonite Infettiva Felina (FIP) è una malattia virale che colpisce i gatti, con un altissimo tasso di mortalità (molto vicino al 100%), causata da un ceppo mutato del Coronavirus felino (FCoV). Inizialmente, il virus si insedia nel tratto intestinale del gatto senza causare sintomi gravi, ma in alcuni casi, per cause non ancora del tutto comprese, il virus muta e innesca la FIP. Questa condizione colpisce soprattutto i gatti giovani (dai 3 mesi ai 3 anni di età) e quelli con un sistema immunitario debilitato e può manifestarsi in due forme principali: la forma umida (essudativa) e la forma secca (non essudativa), ognuna caratterizzata da sintomi specifici.

Cause e trasmissione della FIP: come si diffonde il virus nei gatti

L’infezione da Coronavirus felino (FCoV) è molto comune tra i gatti, in particolare negli ambienti con alta densità di individui, come colonie feline o rifugi. Questo virus viene trasmesso principalmente tramite il contatto con feci e superfici contaminate, e nella maggior parte dei casi causa solo sintomi lievi e transitori a livello gastrointestinale, come una leggera diarrea che tende a risolversi spontaneamente. Per gli esseri umani non c’è alcuna possibilità di contagio.

In rari casi, però, il Coronavirus felino subisce una mutazione all’interno dell’organismo del gatto infetto. Questa mutazione trasforma il virus nella forma capace di causare la Peritonite Infettiva Felina (FIP). Il virus mutato diventa capace di superare le difese immunitarie, diffondendosi oltre l’intestino e invadendo altri organi. Nel tentativo, senza successo, di combattere il virus, il sistema immunitario produce cellule e sostanze che si accumulano negli organi danneggiandoli, provocando, così, danni progressivi e sistemici. Questo processo porta ai sintomi gravi e spesso fatali che caratterizzano la FIP.

Una caratteristica distintiva della FIP è che il virus mutato non è contagioso: il virus, una volta mutato, resta confinato all’interno del corpo del gatto malato e non può trasmettersi ad altri gatti. Ciò significa che un gatto affetto da FIP non è in grado di contagiare altri gatti con la forma mutata del virus. Tuttavia, lo stesso gatto può continuare a diffondere la forma non mutata del Coronavirus, che, pur essendo per lo più benigno, conserva il potenziale di mutare in altri individui. I fattori che contribuiscono a questa mutazione, come stress, predisposizione genetica e sistema immunitario compromesso, sono oggetto di studio, ma la precisa dinamica che porta alla mutazione non è ancora del tutto compresa.

Sintomi della FIP nei gatti: segnali da non ignorare

Come detto, la FIP nei gatti si manifesta in due forme principali: la forma essudativa (umida) e la forma non essudativa (secca), forme entrambe gravi ma che presentano sintomi diversi.. I sintomi più comuni includono:

  • Perdita di peso e appetito ridotto
  • Febbre persistente che non risponde agli antibiotici
  • Gonfiore addominale nel caso della FIP umida, causato dall’accumulo di liquidi
  • Letargia e apatia
  • Problemi respiratori come difficoltà a respirare (nella FIP umida).

La forma secca della FIP presenta sintomi meno evidenti, ma può causare infiammazione degli occhi e disturbi neurologici come convulsioni e problemi di coordinazione. Riconoscere questi segnali precocemente è essenziale per poter intervenire tempestivamente.

Tasso di mortalità e cure

La FIP è tristemente conosciuta per il suo tasso di letalità molto elevato. Senza trattamento, la malattia ha una mortalità prossima al 100% entro poche settimane o mesi dalla comparsa dei sintomi, specialmente nella forma umida. Per la forma secca, la progressione può essere più lenta, ma la prognosi resta comunque infausta. Per molti anni, la FIP è stata considerata incurabile, e i veterinari potevano offrire solo trattamenti palliativi per alleviare il dolore e migliorare temporaneamente la qualità della vita del gatto. Oggi, con l’introduzione di alcuni antivirali sperimentali, è emersa una nuova speranza. Questi trattamenti, tra cui il GS-441524, sono ancora oggetto di studi e non sono approvati ufficialmente, ma hanno dimostrato risultati promettenti nel ridurre la carica virale e migliorare i sintomi nei gatti affetti. Nonostante i costi elevati e le difficoltà di accesso, rappresentano un passo avanti importante nella lotta contro la FIP.

La FIP è una delle malattie più difficili da affrontare per chi si prende cura dei gatti, ma le nuove terapie possono fare la differenza. La diagnosi precoce e i nuovi trattamenti sperimentali rappresentano una speranza concreta. La decisione di seguire una terapia sperimentale deve essere ponderata attentamente, sempre in accordo con un veterinario esperto. Sebbene il GS-441524 non sia ancora approvato in molti Paesi, i risultati positivi ottenuti fino a oggi stanno spingendo la comunità scientifica e veterinaria a sostenere ulteriori studi per renderlo accessibile e sicuro.

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