Gatti e imbarcazioni da guerra: un rapporto lungo secoli

Sappiamo bene, purtroppo, come gli animali siano stati, e in alcuni casi siano ancora, utilizzati in operazioni belliche. Non fanno eccezione a questo neanche i gatti, che però trovano il loro posto in questo ambito più frequentemente in luoghi stabili come quartier generali e… navi da guerra. E’ del resto resto risaputo che i gatti siano animali abitudinari, che si legano a un luogo specifico come può appunto essere una nave; non solo, i gatti sono diventati frequentemente prima i cacciatori di topi prescelti poi le mascotte di equipaggi navali militari, un ruolo in cui venivano utilizzati sulle navi francesi del 17esimo secolo. E’ inoltre evidente dai documenti storici come l’Ammiragliato d’Inghilterra fosse disposto a spendere cifre considerevoli per mantenere in salute i suoi cacciatori di topi.

Noi vi presentiamo alcuni tra questi “felini di mare”.

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Simon, della HMS Amethyst

Simon-HMS-Amethyst

Il bianconero Simon si unì all’equipaggio della HMS Amethyst grazie a un mozzo di bordo, George, che combinò “l’incontro fatale” tra il micio e il Tenente Ian Griffiths. George e il Tenente rimasero sempre i suoi beniamini, ma riuscì ugualmente a farsi amico tutto l’equipaggio nonché far sorridere tutti quanti col modo in cui, usando gli artigli e le zampe, era in grado di raccogliere i cubetti di ghiaccio. I successivi comandanti della nave, il Capitano Griffith e il Tenente Kerans, non riuscirono a resistere al suo fascino e il micio sopravvisse persino a una “ferita di guerra”. Le sue azioni e la sua tenacia gli fecero guadagnare la Medaglia Dickin, destinata agli animali distintisi in tempo di guerra: fu il primo e unico gatto a ricevere un onore del genere.

Jimmy, della King George V

Jimmy

A bordo della King George V, una delle navi partecipanti alla Battaglio dello Jutland del maggio 1916, c’era anche Jimmy, una tortoiseshell a pelo lungo ufficialmente adottata da uno dei cuochi ma amata da tutto l’equipaggio. Nel corso della sua carriera, proseguita poi sulla HMS Renown, venne ferita e il suo udito finì per essere danneggiato. Dopo il congedo, venne accolta in una casa a Chelsea.

Togo, della HMS Irresistible

Togo

Togo sulla HMS Irresistibile aveva persino a disposizione uno degli uomini dell’equipaggio che si occupasse specificatamente di lui, vale a dire William Thomas Clegg. Il fato della Irresistibile, e così di Togo, è purtroppo ben poco felice: venne affondata nel 1915 in seguito a un attacco nello Stretto dei Dardanelli, e nonostante tutti gli sforzi dei sopravvissuti fu la fine anche per Togo.

Mowler, della HMS Manica

Mowler

Mowler è forse il meno “guerrigliero” tra i gatti che vi abbiamo presentato. Sembra, infatti, che non ci abbia messo molto ad abbandonare la HMS Manica in favore di una nave a scopi non bellici. Nondimeno, deve aver catturato e affascinato nella sua rete l’equipaggio: il ritratto qui sopra è opera infatti di uno dei membri della ciurma della HMS Manica.

Naturalmente la lista dei gatti naviganti è molto più lunga di così: possiamo aggiungere, a titolo di esempio, Hoskyn della HMS Chester e Lyddite della HMS Shark. Alcune gatte femmine, poi, si sono fatte un nome per la loro numerosa discendenza, come Annie della HMS Anson, o per parti imperturbati nel bel mezzo di un attacco, come Beauty della HMS Black Prince; molto particolare il caso di Kicia della ORP Burza che spostò i suoi sei gattini dalla cabina in cui li accudiva non molto tempo prima di un attacco che avrebbe distrutto quella stessa area… preveggenza? Puss della SS Hjalmar Wessel, dal canto suo, fu tanto rispettata e amata dall’equipaggio da venire omaggiata di un vero e proprio funerale in stile marinaresco alla sua morte.

Si potrebbe continuare ancora, e per molto, a citare esempi di gatti ospiti di imbarcazioni da guerra; per chi conoscesse l’inglese e fosse incuriosito dall’argomento, questo link sarà particolarmente interessante. Di certo resta piuttosto discutibile il mettere in pericolo un animale portandolo in guerra: occorre però ricordare che al tempo la coscienza animalista, sia che si tratti della Grande Guerra sia della Seconda Guerra Mondiale, non era sviluppata come oggi.

 

 

 

 

 

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