Il gatto dietro il muro della metro de Il Cairo

I mici, lo sanno tutti, sanno correre, saltare e insinuarsi, sgusciando agilmente, in luoghi che nemmeno potremmo mai immaginare. Quante volte ci è capitato di trovare Micio abbarbicato in una fessura che mai avremmo considerato un rifugio da gatto? La palma per “il rifugio felino più originale”, però, la vince un gattino nero de Il Cairo.

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Fonte: http://www.44gattidiluisella.it/

Lo si vede a distanza, e la figura non è chiarissima, ma lo si vede. L’intercapedine su cui il gatto è appollaiato è posta dietro uno dei muri della metropolitana de Il Cairo. E non è tutto, perché dietro quei muri ci è rimasto per 5 lunghi anni!

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Ci si è rifugiato quando era ancora un cucciolo, nel tentativo di sfuggire a una lite con un suo compare adulto. Chissà, forse la mamma lo ha smarrito, forse abbandonato, forse è rimasta vittima di un incidente stradale e lo ha lasciato solo giocoforza. Fatto sta che al micio, inizialmente quell’angolo buio deve essere sembrato rassicurante e privo di pericoli; e il pensiero di uscire e affrontare tutte quelle gambe e quei piedi che popolano la metro, qualcosa di terrificante. Del resto, cibo e acqua ce li aveva: a nutrirlo ci ha sempre pensato un signore proprietario di un negozio appena fuori dalla metro.

Il tempo, però, passa, e così anche la stazza del micio è cresciuta. Lo spazietto da cui era evidentemente entrato nel muro si era fatto troppo grande per lui: il rifugio era diventato una prigione. La sua fortuna è cambiata, virando nella direzione giusta, quando alcuni attivisti animalisti hanno intravisto la sua zampa.

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Fonte: http://www.44gattidiluisella.it/

Ovviamente si sono subito attivati per liberarlo. L’operazione è durata più di 5 ore, ma alla fine ce l’hanno fatta. E hanno visto gli stessi occhi luminosi e spaventati visibili nella prima fotografia. Di fronte alla prospettiva della libertà, il micio non ha esitato e si è fiondato verso l’uscita della metro, verso destinazione a noi ignota.

Insomma, per una volta un lieto fine!

Viene però da domandarsi perché ci siano voluti 5 anni. Possibile che nessuno abbia mai notato il benefattore del micio depositare cibo e acqua? Possibile che nessuno, prima di quegli attivisti, abbia visto quella zampa sporgersi? Piuttosto discutibile è anche la scelta di lasciarlo correre via libero: non dimentichiamo che, per quel micio, per 5 anni il mondo è stato fatto della tranquillità e della sicurezza di un luogo chiuso, disturbato solo dal passaggio dei treni. È stato davvero saggio lasciarlo correre all’esterno, dove di certo si sarà trovato a sperimentare le strade de Il Cairo, un mondo nuovo e caotico, e pericoloso, per la prima volta dopo anni?

Certamente meglio libero per le strade de Il Cairo che dietro un muro, però!

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