Girls and their Cats: una serie di storie con protagoniste donne e gatti
È innegabile che esista un legame particolare tra il gatto e la donna, forgiato in secoli e secoli di reciproca compagnia nelle lunghe notti di fronte al focolare, mentre l’uomo e il cane erano impegnati ad andare a caccia insieme e la moglie, invece, si curava della casa. Proprio a questa connessione speciale è dedicato, sicuramente, il progetto Girls and their Cats, che racconta il rapporto tra una numerosa serie di donne e ragazze, ed i loro gatti più amati. L’intera collezione di storie è accessibile, e leggibile liberamente in lingua inglese, a questo link; a chi ha difficoltà con le lingue straniere, noi di GcomeGatto ne traduciamo due tra le più belle!
Paulina Virgen e Schiaparelli, per gli amici Schiap
Schiap, il micio dal pelo grigio fumo ritratto in fotografia con la sua umana, Paulina Virgen, è arrivato tra le sue braccia e quelle di suo marito in maniera pressoché singolare. Tra i gatti di Eva, la volontaria di Greenpoint dedita al salvataggio di gatti a rischio di eutanasia programmata, loro ne avevano infatti scelto uno differente, simile tuttavia nel colore e nella taglia. Quando Schiap è arrivato a casa loro, la coppia si è accorta di alcune piccole differenze… ma non vi ha dato peso, rassicurata dalla conferma di Eva. Il micio è stato appunto battezzato Schiaparelli, in onore della sarta e stilista italiana Elsa Schiaparelli. Quando Eva si è accorta, infine, dello “scambio felino”, Paulina e suo marito non hanno sentito ragioni: Schiap era giunto a loro per rimanere!
Oggi, è un micio birichino, vanitoso, ma anche tanto dolce. Con il tempo ha imparato a fare i suoi bisogni nel water, civilizzandosi in un certo senso, ma rimane un cacciatore di prima categoria. Ama essere spazzolato tra un sonnellino e l’altro, e passare ore tra le braccia di Paulina. Va matto per i fagioli e l’avocado!
Christene Barberich e Phoebe
Il mondo ha, per le donne, aspettative talvolta crudeli. C’è chi pensa, ad esempio, che una donna senza figli sia una donna a metà; una definizione che non intacca il benessere di colei che figli non ne desidera, ma che invece rischia di ferire a fondo colei a cui la natura non ne vuole concedere. Come nel caso di Christene.
Christene è entrata in un rifugio senza averlo minimamente pianificato prima, ed ha adottato Phoebe sotto la guida di una volontaria, che ha forse visto nella donna la persona adatta a prendersi cura di una micia tripode, e in Phoebe una gentilezza felina adatta a guarire quelle ferite del cuore. L’hanno scelta insieme lei e Kevin, suo marito, in un muto accordo.
Oggi, Phoebe è legata parecchio a Kevin, con cui gioca in spensieratezza, ma di Christene sembra aver compreso, davvero, il dramma interiore…
“Non ho ancora un figlio; ma Phoebe mi ha ricordato quanto sia bello amare qualcuno e prendersene cura, ed essere amati di rimando. Lei mi ha fatto capire che non è colpa mia se non riesco a diventare madre, e mi ha aiutata a trovare il coraggio di raccontare il mio senso di perdita in un saggio che ho poi pubblicato sul sito web di cui sono co-fondatrice, Refinery 29. Molto semplicemente, Phoebe ha fatto sì che aprissi di nuovo il mio cuore; e mi ha spinta a credere in me stessa come non avevo mai fatto prima”.
Alla pagina successiva, altre due bellissime storie