L’incubo delle perreras spagnole
La parola “perreras“, tristemente, ha ormai raggiunto una certa fama tra gli amanti degli animali più informati e aggiornati; diciamo tristemente perché le perreras sono una realtà davvero miserabile e criminale nei confronti dei diritti degli animali.
Si definiscono come perreras i canili municipali spagnoli: e come se un canile non fosse già un luogo triste a sufficienza, in questo caso parliamo di edifici sovraffollati e sudici, in cui i randagi o gli animali abbandonati dalle loro famiglie vengono stivati in attesa della morte. Letteralmente stivati, come fossero già carcasse, senza distinzione di taglia o sesso; forniti di cibo alla bene e meglio, senza che a ciascun animale sia assegnata una propria ciotola e impedendo conseguentemente ai meno forti tra loro di accaparrarsi un boccone. Non c’è, per un animale che entri in una perrera, né garanzia di nutrimento né tantomeno di cura di eventuali ferite, un mix che quindi porta facilmente a morti dolorose. E non è tutto: per aggiungere al peggio, nella maggior parte della penisola iberica vige una legge che consente l’eutanasia di cani e gatti, a prescindere dal loro stato di salute, dopo 10 giorni o poco più dalla loro entrata in canile. I metodi della suddetta eutanasia sono, peraltro, inaccettabili: vanno dalla camera a gas al paralizzante neuromuscolare, a, talvolta, la cremazione di animali vivi quando uno sventurato cane o gatto riesca a trattenersi dal respirare il gas e si ritrovi tra i cadaveri.
Tutto questo, e molto altro, ce lo racconta l’associazione Vita – Una zampa per la Spagna di cui è presidente Claudia Conte. Per chi avesse il coraggio di saperne di più sulle perreras il loro sito web, Una zampa per la Spagna, contiene la normativa spagnola in merito agli animali da compagnia e loro detenzione, una pagina specificatamente dedicata ai gatti, nonché le foto dei cani e gatti in cerca di adozione ormai in salvo in Italia o al momento intrappolati nelle perreras. L’unico modo, infatti, per salvare quelle povere anime sventurate è un loro viaggio verso una famiglia adottiva, spagnola o meno; quando manca un’adozione assicurata, l’associazione si prende sulle spalle il viaggio dell’animale in Italia e il suo successivo mantenimento, in attesa di una famiglia.
Ciò che davvero paralizza, nell’orrore delle perreras, è l’assoluta mancanza di empatia per il dolore di questi animali. Mostrare qualsiasi foto sarebbe troppo: ci limitiamo quindi a un appello da parte nientedimeno che Grumpy Cat contro questo scempio.