La malattia da graffio di gatto

Per quanto la perfezione alberghi nei nostri mici, in quanto esseri felini, capita ahimè anche a loro di poter essere veicolo di malattie. Ci riferiamo in questo caso a una “cugina” meno conosciuta della celeberrima toxoplasmosi: la malattia da graffio di gatto , detta anche bartonellosi.

La MGG è una zoonosi, cioè una malattia trasmessa da un animale all’uomo,  causata, nel 95% dei casi  dal batterio Bartonella henselae. Altri agenti infettanti sono la Afipia felis e la Bartonella clarridgeiae. Responsabile della trasmissione dell’agente infettante tra i gatti è la pulce del gatto (Ctenocephalides felis). Si ritiene che l’8% dei gatti domestici e il 13% di quelli randagi sia infetto; ragione quindi in più per proteggere i nostri amici felini dalle pulci il più possibile, siano essi mici di colonia o meno. L’uomo (la MGG è più comune nei bambini) si contagia a seguito di graffio di gatto, in alternativa morso o leccata su cute lesa. La malattia è più diffusa nei gattini e molto spesso l’animale non dimostra segni di malattia, rendendo impossibile giudicare quale gatto possa essere quello infetto.

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Una volta avvenuto il contagio, l’incubazione dura tra i 3 ed i 12 giorni ed è caratterizzata dalla comparsa di una o più pustole nel punto di trasmissione dell’agente infettivo; tali pustole costituiscono il primo segno di malattia. Dopo un periodo che varia tra una e tre settimane le lesioni cutanee scompaiono senza lasciare cicatrici, lasciando spazio all’ingrossamento dei linfonodi ascellari e meno frequentemente di quelli cervicali e inguinali. La cute si presente arrossata e i linfonodi gonfi risultano dolenti. E’ possibile che, col tempo, suppurino spontaneamente. All’ingrossamento dei linfonodi si accompagnano di frequente sintomi come febbre, sensazione di malessere, mal di testa, stanchezza, dolore delle articolazioni. Sintomi meno comuni sono mancanza di appetito, perdita di peso, nausea e vomito, mal di gola, dolore addominale, ingrossamento della milza. Può inoltre comparire per breve tempo, una eruzione maculopapulosa.

eruzione maculopapulosa

Niente paura però: la malattia nella stragrande maggioranza dei casi si risolve spontaneamente in 2-4 mesi senza bisogno di trattamento terapeutico. Si possono utilizzare antipiretici ed analgesici per combattere dolore e febbre, ed applicare impacchi caldi sui linfonodi interessati. Gli antibiotici vengono utilizzati solo nei casi più gravi e con interessamento sistemico.

Esistono tuttavia, come per qualsiasi malattia del resto, possibili complicazioni. Tra di esse rientrano la sindrome oculoghiandolare di Perinaud (con un’incidenza del 6%), l’encefalopatia (con un’incidenza del 2%), la neuroretinite, il granuloma epatico (con un’incidenza del 0.3%), l’osteomielite (con un’incidenza del 0.3%), la malattia polmonare (con un’incidenza del 0.2%). La sindrome oculoghiandolare di Perinaud si manifesta a seguito quando il batterio entra in contatto con gli occhi, ed è un tipo di congiuntivite. L’occhio si presenta rosso, irritato e dolente; vi si accompagnano febbre, stato generale di malessere, possibile aumento della lacrimazione, ingrossamento dei linfonodi situati davanti all’orecchio.
L’encefalite (disfunzione generalizzata del cervello) si manifesta con confusione, agitazione, disorientamento, convulsioni e coma. Può essere presente una transitoria rigidità nucale. Nonostante la gravità del quadro clinico e la durata (giorni o settimane), è facilmente debellabile. Similalmente alla sindrome di Perinaud, la neuroretinite si manifesta quando sono interessati la retina ed il nervo ottico. E’ caratterizzata da improvvisa perdita della vista di un occhio, a cui spesso segue un ingrossamento dei linfonodi o una sindrome similinfluenzale. Si risolve spontaneamente.
Nei soggetti immunodepressi, in cui le difese immunitarie sono ridotte per diverse motivazioni, si può avere l’angiomatosi bacillare, una lesione cutanea vascolare che può estendersi all’osso o essere presente in varie aree corporee, e la peliosi bacillare, caratterizzata da interessate da cisti ematiche del fegato e della milza.

Viene da sé che le complicazioni elencate non devono preoccupare: un soggetto in buona salute, come già precisato, vedrà risolversi spontaneamente la MGG.

 

 

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