Lo strano caso delle colonie feline di Lucca cancellate
L’accusa al Sindaco di Lucca Alessandro Tambellini arriva dalla LAV: l’uomo è il fuoco incrociato degli animalisti per aver cancellato un totale di 60 colonie feline, 54 in periferia e 4 nel centro storico, togliendo loro appunto lo status di colonia felina e riducendone il numero a 29. La LAV denuncia il contrasto tra la delibera del Comune e le norme nazionali che disciplinano e regolano l’esistenza delle colonie. Il Sindaco, da parte sua, si difende dichiarando di essersi limitato ad applicare la normativa vigente, tra cui l’articolo 34 della L.R.T. 59/2009, e che il nuovo numero delle colonie di Lucca deriva da regolare mappatura del territorio e censimento delle colonie.
Vogliamo partire da questa legge regionale, quindi, per capire cosa stia succedendo a Lucca. La L.R.T. 59/2009 (Legge Regionale Toscana 59/2009) al capo VI, art.34, ed all’art. 35 tratta l’argomento “Colonie di gatti” e “custodi delle colonie di gatti”. Alla luce di quanto già spiegato sono di interesse in particolare due passaggi. Il primo definisce il concetto di colonia felina, e il secondo riprende proprio questa mappatura di cui il sindaco ha parlato, oltre a tirare in ballo “punti idonei per lo svolgimento delle attività necessarie alla tutela delle colonie” e la USL.
1. Ai fini della presente legge, si definisce “colonia di gatti” un gruppo di gatti che vive in libertà, nel quale sono presenti soggetti maschi e femmine, legato stabilmente con il territorio e con l’uomo, dipendente dal punto di vista alimentare e dei rapporti sociali tra cospecifici, e che frequenta abitualmente lo stesso luogo.
2. I comuni redigono una mappa del territorio ove siano segnalate le zone abitualmente frequentate da colonie feline ed individuano, nelle aree pubbliche o aperte al pubblico come previste dal regolamento presenti in tali zone, i punti idonei per lo svolgimento delle attività necessarie alla tutela delle colonie. Le colonie sono soggette a vigilanza da parte delle aziende USL.
Se si esamina, con “lente di ingrandimento alla mano”, le notizie presenti sul sito del Comune risulta che il numero di 29 colonie riconosciute era già stato compilato nel 2014 e risulta valido alla data del 31/12/2014. Se ci si domanda perché la questione sia stata condannata solamente ora, la risposta si può trovare nel secondo avviso di questa pagina, che rimanda a una mappatura autorizzata il 21/04/2015 con conseguente censimento aggiornato delle colonie di Lucca. Sembrerebbe, quindi, che già nel 2014 il numero delle colonie fosse stato ridimensionato e successivamente confermato in seguito alla mappatura successiva del 2015.
Tornando al presente, il Sindaco ha dato risposta ufficiale alle accuse da parte della LAV: cita, come già detto, l’articolo 34 della L.R.T. 59/2009 e spiega che la mappatura pre-esistente era stata condotta tempo addietro con criteri ormai superati dalle nuove norme. Secondo mappatura sono stati evidenziati “i punti idonei per lo svolgimento delle attività necessarie alla tutela delle colonie”; esistono perciò “gruppi di gatti segnalati da cittadini o da imprese che vivono all’interno di proprietà private non sono censibili come colonie”. I gruppi di gatti privati dello status di colonia sarebbero quindi allocati in luoghi in cui “l’alimentazione e la cattura ai fini della sterilizzazione non possono essere utilmente esercitate”. Il Sindaco prosegue citando le norme nazionali a tutela degli animali per tranquillizzare in merito all’impegno del Come in tutela anche delle ex colonie e ricorda come sia stato organizzato in passato un corso per custodi di colonie di gatti.
Quello che ci chiediamo noi è, com’è possibile proteggere allo stesso modo gruppi di gatti non soggetti alla legislazione pro colonie feline? Tante, troppe storie di proteste di vicinato, minacce alle gattare e avvelenamento ci passano ogni giorno sotto gli occhi. Saranno davvero al sicuro, i mici di Lucca?