Mohammad Alaa, l’eroe degli animali di Aleppo
È innegabile come gli eventi di Parigi stiano lentamente scavando un solco tra culture, un solco che spinge alcuni verso un odio indiscriminato verso chiunque non condivida la cultura occidentale. Che il sospetto, in particolare verso i paesi a maggioranza araba e musulmana cresca, è comprensibile: ma è importante combattere la spinta all’odio e ricordare che condividere una fede o una nazionalità non significa condividere la spinta terroristica delle frange più integraliste.
Un esempio di questa affermazione è Mohadammad Alaa Aljaleel. È un ragazzo di Aleppo, città della Siria, che nonostante la continuata guerra civile in corso nel suo paese, non si scoraggia e fa del suo meglio per fare del bene.
Mohammad nutre ogni giorno, a proprie spese, 150 gatti, intervenendo inoltre qualora un animale sia ferito e bisognoso di aiuto e cure. Scorrendo le sue foto e la sua bacheca, ci si accorge come anche suo fratello e suo nipote lo aiutino nella sua missione quotidiana. In suo onore è stato aperto un gruppo FB, Il gattaro d’Aleppo.
Anche in Italia ci sono molto gattari. Conosciamo Pasquale e la sua tragica situazione.
Non solo, in realtà: Mohammad, al contrario di ciò che si pensa talvolta degli animalisti, non è indifferente alla sofferenza umana. Diverse tra le foto lo ritraggono nell’atto di mettere in salvo persone finite sotto le macerie di un bombardamento, bambini e non. Alla faccia di chi accusa gli animalisti di non occuparsi dell’umanità.
Una storia che dovrebbe dare una bella lezione a chiunque diffidi di un’intera cultura per l’errore di alcuni. Il buon cuore c’è ovunque, anche dove sembrerebbe meno facile trovarlo. Proprio chi si definisce animalista, e in quanto tale pronto ad amare tutte le creature, dovrebbe avere la maturità di non fomentare l’odio e saper riconoscere l’amore, da qualunque fonte arrivi. Anche, e soprattutto, quando è più difficile farlo. Quanti di noi nel mezzo di una guerra terrebbero alta la bandiera dell’amore?