Montesilvano punisce un 69enne che nutre i randagi

Tutti noi siamo cittadini di un comune, e tutti noi sappiamo bene come, a volte, da un comune possano giungere regolamenti strambi, per non dire del tutto assurdi; o semplicemente succede che applichino leggi regionali o statali in maniere quantomeno discutibili. Abbiamo già parlato del caso della signora di Mesagne, multata per aver occupato illegalmente il luogo pubblico con una cassettina-riparo per gatti. E ora, tocca a Montesilvano (Pescara) distinguersi negativamente in merito alla gestione del randagismo.

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Fonte: www.cdt.ch

Con ogni probabilità, i tre gattini che un 69enne di Montesilvano ha incontrato in strada nel novembre 2015 non erano poi così dissimili da quelli ritratti in questa foto. Tutti i cuccioli, del resto, ispirano tenerezza e desiderio di protezione nella gran parte dei cuori. E così è stato per il 69enne protagonista di questa storia, che ha cominciato a riempire qualche piatto per quelle tre povere anime feline abbandonate a se stesse.

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Per il suo buon cuore, purtroppo, è stato “ricompensato” con una multa di 50 euro. Perché secondo le norme comunali di Montesilvano, per sfamare i randagi occorre essere provvisti di un tesserino apposito che identifichi le persone come gattari.

Non finisce qui: i vigili urbani non hanno semplicemente, e per caso, colto il 69enne sul fatto. Alcuni membri delle forze dell’ordine di Montesilvano si sono acconciate in borghese con lo specifico scopo di scoprire chi fosse a nutrire i tre micini. È stata quindi un’operazione pianificata con cura.

Viene da domandarsi, a questo punto, se il Comune sostenga adeguatamente i cosiddetti gattari con tesserino, o se siano abbandonati a se stessi, tanto economicamente, per l’acquisto di cibo per animali, quanto a livello di supporto, si tratti di interventi Asl o semplice tutela delle colonie dai pericoli.

Rincuora, in tutto ciò, avere il Tar dalla parte di gattari e gattare; infatti, in un’occasione precedente, una signora pugliese multata per la stessa ragione si vide poi annullare la multa, dichiarata derivante da un’ordinanza illegittima.

 

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