Ospedali: visite permesse agli animali domestici
L’Aidaa lo aveva chiesto già nel 2013: qualche tempo prima del Natale di quell’anno si era rivolta al Ministro della Salute Lorenzin domandando che, come una sorta di regalo natalizio ai pazienti, venissero approntati spazi appositi negli ospedali per permettere a chi fosse ricoverato di incontrare i loro animali da compagnia, consentendo l’accesso direttamente in reparto solo in caso di pazienti costretti a letto.
E già nel 2013 l’autorizzazione all’ingresso di animali negli ospedali era arrivata in Emilia Romagna, con tanto di permesso per gli animali da compagnia in questione, principalmente cani e gatti, di entrare in alcuni dei reparti, ovviamente con le dovute regole e limitazioni.
Ma la buona notizia non termina qui: risale al settembre 2015 un articolo secondo cui non solo l’Emilia Romagna, ma anche in Lombardia, Toscana e Veneto gli ospedali avrebbero aperto le loro porte agli animali. Al San Martino di Firenze con cani e gatti sono ammessi anche i conigli. L’ultimo caso pare sia quello di Treviglio, in provincia di Bergamo, dove sembra però siano ammessi i soli cani. C’è ovviamente una regolamentazione rigorosa da seguire: gli animali devono essere lavati, tenuti al guinzaglio e controllati all’ingresso dal personale; alcune aree restano poi rigorosamente off-limits, come la terapia intensiva, i reparti cardiovascolari e ovviamente le sale operatorie.
Chiunque abbia sia un figlio, sia un animale in casa sa bene come la sola vista di Fido o Micio possa rallegrare un bambino; e quanto agli anziani, il cane o il gatto sono spesso la compagnia più costante a loro disposizione quando vivono separati dalla famiglia. In entrambi i casi, rendono l’ospedale più simile alla casa, tranquillizzando e rallegrando i pazienti di qualsiasi età. Di citare gli innumerevoli benefici legati alla pet therapy, poi, proprio non c’è bisogno. In sostanza, il bene che possono fare queste particolari visite ai pazienti è talmente grande da non essere quantificabile.
C’è anche chi, pur non opponendosi alla novità e riconoscendone i benefici, invoca cautela in nome del fatto che gli animali possono inavvertitamente portare sporcizia, batteri e germi. Una cautela che, ci sembra, è tutt’altro che trascurata.
Altro non resta, dunque, che gioire per la notizia!