Scoperto un gatto selvatico del Parco del Taburno, in Campania
Lo sa chi conosce bene il nostro gatto domestico: per quanto possa, nei secoli e nei millenni, aver acquietato la sua natura ferale ed essere diventato quello che conosciamo come Felis silvestris catus, non ha mai davvero rinnegato, né mai rinnegherà, la sua parte più selvatica. È, insomma, più vicino al gatto selvatico, noto anche come Felis silvestris silvestris, di quanto non sembri a primo acchito. E a proposito di questo animale, vi presentiamo con piacere il gatto selvatico del Parco del Taburno.
Questo esemplare è, per così dire, emerso alla luce nell’ambito del progetto “Sve(g)liamo la Dormiente”. Obiettivi dell’iniziativa, legata alla natura, sono nell’ordine: conservazione, fruizione e partecipazione. Si punta, quindi, a far sì che l’uomo non dimentichi la Madre Terra, ne riconosca il valore e impari ad approcciarsi a lei in modo sano e vivo.
Laddove la popolazione è chiamata a vivere gli ambienti naturali nella giusta maniera, gli esperti studiano il territorio, e nello specifico il Taburno Camposauro dell’appennino campano. E proprio così hanno scoperto, oltre che 15 specie di chirotteri tra cui specie forestali rilevanti per la conservazione, come il vespertilio maggiore (Myotis myotis), il vespertilio di Nattereri (Myotis nattereri) e l’orecchione bruno (Plecotus auritus), anche un bel gatto selvatico.
Il gatto selvatico del Parco del Taburno, per l’appunto, che si può ammirare nella fotografia poco sopra.
Camillo Campolongo, ideatore e responsabile del progetto, ha commentato così la piacevole scoperta effettuata, come riportato da “Lastampa.it”.
La scoperta del gatto selvatico e di ben 15 specie di chirotteri è una sorpresa e uno stimolo. La sorpresa deriva dal fatto che il massiccio è notevolmente antropizzato, di dimensioni limitate, con habitat frammentati e isolato rispetto alle altre aree protette, come il Matese e il Partenio: ciò nonostante, una specie così elusiva come il gatto selvatico trova buone condizioni per vivere.
Che dire? Noi ci auguriamo che per il gatto selvatico del Parco del Taburno ci sia in serbo una vita lunga e rigogliosa.