10 curiosità sorprendenti sui gatti che ogni amante dei felini dovrebbe conoscere
I gatti sono creature affascinanti e misteriose, che da sempre catturano la curiosità e l’interesse degli esseri umani. Sebbene abbiamo appreso molto su di loro, attraverso ricerche scientifiche soprattutto negli ultimi anni, alcuni aspetti del loro comportamento e della loro biologia restano ancora enigmatici; ad esempio, come riescano ad emettere le fusa.
Ma ciò che si conosce su di loro rivela un universo di abilità, intelligenza e particolarità spesso inaspettate. Ecco dieci curiosità sui gatti che potrebbero sorprenderti e svelarti nuovi dettagli su questi straordinari compagni di vita. Ecco, allora, 10 curiosità sorprendenti sui gatti.
1. Il miagolio è dedicato agli umani: i gatti adulti comunicano tra loro principalmente attraverso segnali corporei, movimenti della coda e marcature olfattive. Il miagolio, invece, è un linguaggio che utilizzano quasi esclusivamente per interagire con gli esseri umani, che non percepiscono naturalmente il loro sistema di segnali più sottili. Tuttavia, tra gatti, i vocalizzi emergono in due casi specifici: per esprimere aggressività durante situazioni conflittuali e durante l’accoppiamento. Inoltre, le gatte madri usano a volte vocalizzazioni e miagolii delicati per comunicare con i loro cuccioli, segnalando presenza o richiamandoli a sé.
2. Sono intolleranti al lattosio: nonostante il classico stereotipo del gatto che beve latte, i gatti sono in realtà intolleranti al lattosio. Questa intolleranza deriva dall’assenza dell’enzima lattasi, necessario per scomporre il lattosio, uno zucchero presente nel latte. Nei gattini, la lattasi è naturalmente prodotta per consentire la digestione del latte materno durante le prime settimane di vita; tuttavia, con la crescita e lo svezzamento, la produzione di lattasi diminuisce fino quasi a scomparire.
Nei gatti adulti, il lattosio ingerito non attraversa facilmente la parete intestinale e rimane nell’intestino, dove viene fermentato dai batteri presenti nella flora intestinale. Questo processo di fermentazione provoca spesso gas, gonfiore, crampi e diarrea. Quindi il consumo di latte, soprattutto quello vaccino, può causare disagi gastrointestinali e malessere.
Spesso, per alimentare i gattini orfani o svezzati precocemente viene utilizzato il latte di capra, più facilmente digeribile rispetto al latte vaccino. Il latte di capra ha un contenuto inferiore di lattosio rispetto al latte di mucca, riducendo il rischio di problemi digestivi e intolleranza. Inoltre, presenta una struttura lipidica più delicata e meno allergenica, il che lo rende più adatto a gattini con un sistema digestivo ancora in via di sviluppo.
Tuttavia, il latte di capra non è perfettamente bilanciato per le esigenze nutrizionali dei gattini, che richiedono un apporto specifico di proteine, grassi e vitamine presenti nel latte materno. Per questa ragione, è consigliabile usare latte formulato appositamente per i gattini, che contiene i nutrienti essenziali, come taurina e acidi grassi, indispensabili per una crescita sana. Il latte di capra può essere quindi usato solo come sostituto temporaneo o emergenziale, ma non è una soluzione ideale per l’alimentazione a lungo termine.
3. Hanno abilità atletiche straordinarie: i gatti sono rinomati per la loro straordinaria agilità e potenza muscolare. Grazie alla loro struttura fisica, sono in grado di compiere salti che raggiungono fino a cinque volte la loro lunghezza corporea. Questa capacità deriva da una combinazione di muscoli dorsali estremamente flessibili e da zampe posteriori potenti, che offrono loro una spinta eccezionale. Durante la corsa, possono raggiungere velocità impressionanti di circa 48 km/h – una performance che, a breve distanza, consentirebbe a un gatto di battere persino atleti olimpici come Usain Bolt. Tuttavia, a differenza di altri corridori, i gatti sono sprinter naturali, capaci di esplosioni brevi ma intense di velocità, e si affaticano rapidamente.
Inoltre, contrariamente alla credenza comune, i gatti sanno nuotare. Anche se molti di loro tendono a evitare l’acqua, in situazioni necessarie, come una fuga o per sopravvivere in natura, sono in grado di nuotare efficacemente. Questa abilità è particolarmente sviluppata in alcune razze, come il gatto del Bengala e il Maine Coon, che dimostrano una maggiore predisposizione all’acqua. La combinazione di forza, flessibilità e destrezza conferma che i gatti sono non solo agili predatori, ma anche eccellenti atleti.
Sono in grado di saltare cinque volte la loro lunghezza. I gatti hanno una corporatura snella ed agile: i muscoli dorsali sono molto flessibili e quelli delle zampe posteriori molto potenti. Nella corsa possono raggiungere i 48 km/h (batterebbero Usain Bolt in una gara di corsa!) e percorrere 100 metri in 9 secondi. Ma non sono corridori di lunghe distanze e si stancano molto velocemente. Contrariamente a quello che generalmente si pensa, tutti i gatti sanno nuotare molto bene e non esitano a gettarsi in acqua se costretti.
4. Hanno un’intelligenza incredibile: i gatti sono animali dotati di una struttura cerebrale sorprendentemente complessa, che li rende molto più intelligenti di quanto si pensi comunemente. Anche se il cervello dei gatti è più piccolo rispetto a quello dei cani in termini di massa (circa 25 grammi contro 64 grammi), è nell’organizzazione neuronale che si trova la vera forza dell’intelligenza felina. I gatti possiedono infatti circa 300 milioni di neuroni nella corteccia cerebrale, mentre i cani ne hanno circa 160 milioni. Questo alto numero di neuroni consente ai gatti di processare informazioni in modo dettagliato e flessibile, rendendoli capaci di memorizzare esperienze passate e applicarle in situazioni nuove.
Tuttavia, l’intelligenza dei gatti si manifesta in modo diverso rispetto a quella dei cani, principalmente per via del loro spirito indipendente. Essendo stati addomesticati solo parzialmente, e non essendo animali sociali, i gatti non sentono la stessa esigenza di compiacere l’uomo. Mentre i cani sono più inclini a seguire i comandi, i gatti agiscono secondo una logica che spesso risponde al principio di “costo-beneficio”: scelgono di collaborare o rispondere agli stimoli umani solo quando ne traggono un vantaggio tangibile.
5. Sudano solo attraverso i cuscinetti: i gatti possiedono un sistema di termoregolazione molto diverso da quello umano. La sudorazione è infatti limitata ai soli cuscinetti delle zampe, una caratteristica che si riscontra in pochi altri animali. Nei periodi di forte stress o di alte temperature, si possono osservare impronte di zampette umide su superfici lisce, un segno della loro sudorazione attiva attraverso questi cuscinetti.
Tuttavia, poiché i cuscinetti non sono sufficienti a disperdere calore in maniera efficace, i gatti ricorrono a un altro meccanismo: il leccamento del pelo. Così facendo, depositano una sottile quantità di saliva sul corpo, che evapora e contribuisce a ridurre la temperatura corporea. Questo processo è simile al raffreddamento che negli umani avviene tramite il sudore: man mano che la saliva evapora, porta via il calore in eccesso, aiutando il gatto a mantenere una temperatura ottimale anche durante le giornate più calde.
6. Hanno un affetto profondo per i loro umani: i gatti, spesso percepiti come animali distaccati, sviluppano in realtà legami profondi e significativi con i loro umani, dimostrando un affetto autentico e duraturo. Studi recenti hanno rivelato che il legame emotivo dei gatti con i propri compagni umani può essere paragonato a quello dei bambini piccoli verso i loro genitori. In particolare, la loro attitudine “distaccata” è, in molti casi, solo una diversa modalità di esprimere l’affetto rispetto ai cani, più espansivi e socievoli per natura.
Quando un gatto forma un legame forte con il suo umano, è molto sensibile all’assenza o al cambiamento nella routine. Eventi come un lungo viaggio o l’assenza prolungata del caregivero possono causare in lui stati di ansia, apatia e, nei casi più gravi, depressione. Nei momenti di separazione, alcuni gatti smettono di mangiare, mostrano comportamenti letargici o possono manifestare disturbi comportamentali come il continuo leccamento del pelo, che diventa per loro un modo per alleviare lo stress.
I gatti sono anche particolarmente sensibili al linguaggio corporeo e alle emozioni umane, e tendono a stare vicini al loro umano in momenti di tristezza o malessere, dimostrando empatia.
7. Fanno bene al cuore: numerosi studi hanno rilevato che accarezzare un gatto o semplicemente condividere con lui l’ambiente domestico contribuisce a ridurre significativamente i livelli di stress e ansia, fattori che sono strettamente associati all’insorgenza di problemi cardiovascolari. Secondo alcune ricerche, la compagnia di un gatto può ridurre di circa un terzo il rischio di infarto e ictus negli umani.
Uno dei principali fattori benefici è rappresentato dalle fusa del gatto, un suono calmante che, secondo gli esperti, ha effetti rilassanti sul sistema nervoso umano, favorendo il rilascio di serotonina e abbassando la pressione sanguigna. Questo effetto rilassante non solo aiuta a mantenere il cuore sano, ma riduce anche la probabilità di sviluppare altri disturbi legati all’ansia, come insonnia e tensione muscolare.
8. I gatti tricolore sono quasi prevalentemente femmine: i gatti dal manto tricolore, caratterizzati da una combinazione di nero, bianco e arancione, sono quasi esclusivamente femmine, un fenomeno legato alla genetica. Questo particolare tipo di colorazione, infatti, dipende dai cromosomi sessuali: il gene responsabile dei colori del mantello si trova sul cromosoma X. Per ottenere la combinazione tricolore, servono due cromosomi X con geni diversi per il colore, un corredo tipico delle femmine, che sono XX, mentre i maschi sono XY e, quindi, non possono generalmente presentare una simile varietà di colori.
Tuttavia, esistono rare eccezioni: in alcuni casi, anche i gatti maschi possono nascere con il mantello tricolore a causa di una condizione genetica chiamata sindrome di Klinefelter, che conferisce loro un corredo XXY. Questa anomalia comporta una serie di conseguenze per il gatto, tra cui la sterilità. La sindrome di Klinefelter è rara e comporta spesso altre complicazioni per il gatto, ma è l’unica situazione in cui si può trovare un maschio tricolore.
Oltre a essere un tratto genetico curioso, i gatti tricolore – spesso indicati come “calico” o “tartarugati” – sono considerati portafortuna in diverse culture, come quella giapponese, e sono particolarmente apprezzati per l’unicità e il fascino del loro mantello.
9. Il chattering, una reazione istintiva agli uccelli e agli insetti: un comportamento curioso e poco noto dei gatti è il cosiddetto “chattering,” un suono rapido e ripetitivo simile a un cinguettio o uno scatto di denti. Questo fenomeno si osserva spesso quando il gatto vede un uccello, un insetto o una preda difficile da raggiungere attraverso una finestra. Il chattering è accompagnato da movimenti spasmodici della mandibola e, a volte, dallo sguardo fisso sull’obiettivo.
Gli esperti ipotizzano che il chattering sia una combinazione di eccitazione e frustrazione: il gatto, spinto dall’istinto di cacciare, esprime il desiderio di catturare la preda che non può raggiungere fisicamente. Alcuni scienziati suggeriscono che questo comportamento potrebbe anche imitare i suoni delle prede, come un cinguettio, per cercare di attirarle. Altri studi ritengono che sia una risposta automatica del sistema nervoso, simile al riflesso muscolare, attivata dal forte stimolo visivo della preda.
10. Il contatto visivo diretto è un segnale di sfida: per i gatti, il contatto visivo diretto e prolungato è percepito come un gesto dominante e potenzialmente minaccioso. Nel linguaggio felino, fissare intensamente qualcuno, senza interrompere lo sguardo, equivale a una sfida. Questa postura è spesso utilizzata dai gatti come avvertimento nei confronti di un potenziale rivale o per difendere il territorio. I gatti, infatti, sono molto sensibili alla comunicazione non verbale e utilizzano intensamente gli occhi e il linguaggio corporeo per esprimere le loro emozioni e i loro intenti.
Quando si desidera fare amicizia con un gatto, è quindi consigliabile evitare un contatto visivo diretto e prolungato, per non essere percepiti come una minaccia.
E tu, quante di queste curiosità conoscevi?