Due leggende sui Siamesi, custodi legati al divino e ai reali

Le razze feline sono così tante e variopinte che un “profano”, intendendo con tale parola chi non è propriamente esperto con a riconoscerle, può benissimo confonderne due parecchio simili nel mantello o nella colorazione. È il caso del Burmese e del Siamese, entrambi dotati di pelo che oscilla dal bianco al color cioccolato, seppur differenti nella tipologia di mantello; mentre il primo è a pelo lungo, infatti, il secondo presenta pelo corto. Queste due razze sono anche protagoniste di due leggende sui Siamesi che collegano questi gatti al concetto di divino.

Fonte: blogspot.com

Del folklore che circonda il Siamese, forse, il nostro lettore più appassionato saprà già qualcosa. A questa razza, infatti, è stato dedicato un articolo che tratta quattro affascinanti leggende, legate in parte a ciò che stiamo per raccontare ora.

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È cosa già nota che le macchie scure sul collo di alcuni siamesi non sono altro che la traccia che la divinità, qualsiasi sia quella che si è scelta per se stessi, ha regalato a quel micio nientemeno che una dose di coccole… e per farlo, lo ha afferrato per la collottola, lasciando così l’impronta delle proprie dita sul collo felino.

Non bisogna dimenticare, poi, il ruolo di “guardiani” che i Siamesi sovente ricoprono nelle leggende. Questi gatti sono infatti guardiani delle anime dei defunti come di oggetti più terreni e preziosi, spesso appartenenti a re e principesse. È in particolare alle principesse che è legato, tanto da salvarne una dai coccodrilli… e da custodire sulla coda i preziosi anelli di una seconda, o forse della stessa. Tanto diligenti furono, i siamesi, da non perdere mai di vista i gioielli, e da spingersi persino a farsi un nodo alla coda per tenerli al sicuro.

Ecco perché oggi il Siamese è strabico, e perché ne esiste una qualità con la coda più corta, un tempo stimata dagli allevatori benché oggi “declassata”.

Fonte: cargocollective.com

Queste due leggende sui Siamesi gettano forse nuova luce sulla razza… o almeno, le donano un’aura maestosa e misteriosa.