Le vostre storie – Oreo e Carletto, i gattini di Giulia e maestri di vita

“Ho molto studiato i filosofi e i gatti. La saggezza dei gatti è infinitamente superiore”, affermò Hippolyte Taine, filosofo, storico e critico letterario francese. E chi ama davvero questi animali, sa che hanno davvero molto da insegnare a chi sa ascoltarli. Come sa bene anche Giulia, una nostra lettrice che ci ha raccontato di Oreo e Carletto, i due mici da cui tanto ha appreso nella sua vita.

Oreo e Carletto

Carletto

Oreo è una gatta simpatica, molto comunicativa ma anche intelligente, coraggiosa,
agile, superba e orgogliosa. Fa parte della famiglia di Giulia dal febbraio del 2018, ed è approdata alla sua nuova casa a circa cinque mesi di vita Oreo, salvata dalla strada alla stessa età.

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Fu mia zia a vederla sola, raffreddata e denutrita, davanti al luogo di lavoro; la portò a casa nostra, sapendo che avrebbe trovato persone piene di compassione e di sensibilità pronte ad accoglierla.

Oggi ha 3 anni e ci delizia della sua compagnia, dettando legge per tutti: la padrona indiscussa.

Oreo e Carletto

Una foto di Oreo, cresciuta e curata

Carlo (Carletto, per gli amici) è nato in questo 2020, nella notte di San Lorenzo. A quattro giorni di vita ha perso la madre, che lo ha allontanato ritenendolo troppo fragile per sopravvivere.

Una gatta -oserei dire- “semi-nomade”, esile ma temprata, che si aggira abitualmente fra i campi e i giardini in aperta campagna, vicino a casa dei nostri nonni: si relaziona con gli umani, ma è uno spirito libero.

Oreo e Carletto

Gatto Carletto

Carletto, ora sanno Giulia e la sua famiglia, ha una malformazione al cervelletto che non gli permette di mantenere l’equilibrio adeguatamente e gli rende difficile mettere a fuoco ciò che osserva. Spesso la sua testa, infatti, trema e lui è solito scivolare di lato o inciampare. Nondimeno, sono riusciti a crescerlo e svezzarlo, e Carletto ha superato i primi, difficili momenti della sua esistenza.

Carlo si è distinto subito dai suoi fratelli: piccolo, con gravi difficoltà nel movimento ma anche tanto, tanto carattere e voglia di vivere. Non mangiava da ore ed era sofferente, quando lo abbiamo visto per la prima volta: scheletrico, ovviamente con gli occhietti e le orecchie chiuse, alla ricerca di uno spazio per sé con la mamma e fra i suoi fratelli. Ma non c’era verso per lui di emergere da quella situazione da solo.

Con il tempo si è rivelato affettuoso, ben disposto a comunicare e giocoso. E Carletto, grazie alle attenzioni della sua famiglia, modellata “a prova di cucciolo”, può muoversi per la casa in tutta sicurezza.

Giulia, così come Hippolyte Taine, ha saputo cogliere i giusti insegnamenti da Oreo e Carletto. Quali, lo lasciamo dire a lei, a parole sue.

E sono proprio due cuccioli ad avermi insegnato molto più di quanto io possa trasmettere a
loro: senza dire una parola, hanno ispirato in noi mille riflessioni e mostrato gli effetti della perseveranza a fin di bene, ma hanno anche dato una nuova e personale definizione del concetto di audacia.