Rambo, il gattino migrante di Lampedusa è tornato dalla sua famiglia

Una favola bellissima, che racconta l’accoglienza e il ricongiungimento, e che dà speranza in questo difficile momento storico. A Lampedusa, lo scorso 13 marzo, dopo aver superato una terribile traversata in mare da Sfax, in Tunisia, è sbarcata una piccola barca. A bordo c’erano diversi migranti, ma soprattutto un gattino, Rambo. Il micio aveva percorso il viaggio via mare con la famiglia Maaloul, con cui vive sin da quando era un cucciolo. Al momento dell’arrivo in Italia, però, come da prassi, gli umani e il felino sono stati separati.

La quarantena e l’attesa

Rambo ha così trascorso i suoi 6 mesi di quarantena (rispettando la normativa sugli animali provenienti da quelle zone del continente africano) a casa di Daniela, una cittadina di Lampedusa. Il resto della famiglia Maaloul, invece, è stata trasferita a Ceraso, in provincia di Salerno, dove ha cominciato una nuova vita. In questi mesi, il micio e i suoi umani hanno sentito tantissimo la reciproca mancanza.

banner

Fonte foto: ANSA.it

Il ricongiungimento

Così, dopo i 6 mesi canonici trascorsi in quarantena, il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, e quello di Ceraso, Aniello Crocamo, hanno deciso di far ricongiungere Rambo con la sua famiglia. Così, nel paesino salernitano, è stata organizzata una vera e propria cerimonia, che come nelle favole ha sancito il più bel lieto fine.

L’incontenibile gioia

La gioia di riabbracciare il proprio gattino è stata incontenibile per le bimbe della famiglia Maaloul: “Le nostre figlie sono così felici – hanno spiegato i genitori Fatma ed Ahmed – finalmente possono riabbracciare il piccolo Rambo. Vogliamo ringraziare quanti si sono impegnati per rendere possibile tutto questo”.