Addio a Bernard Elliot, il filosofo che si batteva per i diritti degli animali

La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali“, decretò Mahatma Gandhi. E qualcuno, a questo mondo, la pensava circa come lui. In questo articolo, e con queste righe, diciamo addio a Bernard Elliot, il filosofo che era dalla parte degli animali.

Il modo in cui trattiamo gli animali è l’ultima frontiera morale, l’ultima prova della nostra umanità, lo specchio attraverso il quale possiamo vedere più profondamente nelle nostre stesse anime“, sosteneva Bernard Elliot. E non ci aspettiamo niente di meno da colui che è ritenuto padre dell’etica veterinaria.

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Questo grande uomo se ne va dopo essere approdato in Italia, tramite i suoi scritti, solo negli anni Duemila. Con un ritardo mostruoso, se consideriamo che il suo volume più celebre, “Diritti degli animali ed etica umana“, è stato completato ed è andato in stampa nel lontano 1981. Successivamente, ha continuato a ragionare sulle condizione animale e scriverne, riflettendo  in modo scientifico sui diritti degli animali, offrendo risposte in merito e dando vita a nuove, interessanti domande.

Nella sua vita non c’è stata “solo” la scrittura. Per cinquant’anni ha insegnato etica veterinaria presso la Colorado State University, fino al 2020. Nel 1985 ha messo il suo impegno nella realizzazione delle leggi australiane dedicate al benessere degli animali e noto come “Animal Welfare Act”. È stato membro dell’ente australiano Voiceless e della Farm Forward, dedicata all’eliminazione delle pratiche dell’agricoltura animale intensiva. E infine, nel 2007 è stato vincitore dell’Avma Humane Award, onorificenza destinata a personalità che non sono veterinari e hanno ottenuto risultati ragguardevoli nella promozione del benessere degli animali.

Diventa chiaro, ora, quanto questo addio a Bernard Elliot sia doloroso e sia un vero lutto per chi desidera una migliore condizione per i nostri amici animali. Non molte menti lo eguagliano e forse poche, anche in futuro, lo faranno.