Bart, il gatto “zombie” non tornerà dal suo umano
La storia di Bart è ormai diventata molto celebre: si tratta del gattino zombie “resuscitato”, che ha scavato nel terreno disseppellendosi dopo che il suo umano lo ha sepolto credendolo morto.
Bart era stato investito, e le sue gravi ferite nonché l’aver perso conoscenza sull’asfalto, hanno indotto la famiglia con cui da sempre viveva a credere che fosse morto, decidendo così di seppellirlo in giardino. Famiglia, però, rea di non aver consultato né allertato alcun veterinario prima di trarre conclusioni definitive: proprio per questo, cinque giorni dopo, quando Bart è tornato a casa, i suoi umani hanno quasi creduto che si trattasse di un miracolo.
Tuttavia, continuano ad emergere nuovi elementi che colorano l’intera vicenda di giallo. Innanzitutto, le cure mediche a cui è stato sottoposto il micio Bart, non sono state pagate dal suo umano Houston, ma dal “Save-A-Pet Medical Fund”, fondo istituito proprio per aiutare le famiglie impossibilitate a provvedere alle spese veterinarie dei loro animali.
L’associazione aveva inizialmente deciso di restituire Bart a Huston, il suo umano, ma poi hanno deciso di darlo in adozione. Sherry Silk, direttore responsabile dell’associazione ne spiega le motivazioni: “L’ho incontrato, e gli ho detto che c’erano delle cose che non mi convincevano in questa storia”. Si tratta principalmente delle particolari ferite riportate dal micio, che hanno spinto l’adozione a non fidarsi di Huston. Sherry ha inoltre precisato come l’ambiente in cui vive la famiglia non è idoneo alla cura di Bart: Huston, intanto, ha già annunciato di rivolere il gatto ricorrendo, se necessario, anche alle vie legali.