Brindisi: gatto impalato dopo investimento

Ci sono notizie che non vorremmo leggere mai, testimonianze della crudeltà umana a cui preferiremmo non credere e che, chi ha fede, prega perché non esistano. Tuttavia, si tratta purtroppo di realtà raccapriccianti che ignorare sarebbe irresponsabile per chi vuole proteggere i nostri amici a quattro zampe, perché è bene sapere quanto in là può spingersi l’uomo. Il fatto che stiamo per narrarvi e accaduto a Brindisi nell’aprile del 2014, e ha per protagonista un gatto che forse assomigliava molto a questo.

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Un micio di strada. Fonte: http://namonitore.ru/

Nel neanche tanto lontano aprile 2014 un micio tigrato è stato investito. E fino a qui, purtroppo, ordinaria amministrazione per un gatto di strada, che sia o no parte di una colonia; il rischio esiste sempre, e per quanto si tratti di una fine triste è anche una delle occorrenze più considerate quando un gatto di colonia scompare e non si fa più vedere. Lo sa bene l’AIDAA di Brindisi, che combatte ogni giorno col randagismo della città.

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Succede anche che l’investitore non si preoccupi affatto della vita che ha appena spezzato, e senza nemmeno verificare se l’animale sia vivo o morto prosegua per la sua strada fischiettando. In tal caso, il micio incontra una fine in solitudine e forse una lunga agonia prima di spirare.

Qualche volta, purtroppo, nell’animo di chi lo ha investito, o di chi ritrova successivamente il cadaverino, c’è più disprezzo e odio che indifferenza. Già, perché il micio di cui stiamo parlando successivamente all’investimento è stato impalato con un’asta in plastica.

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Fortunatamente, se di fortuna si può parlare, l’esame del veterinario ha comprovato che il micio era già morto all’attuazione di quel barbaro gesto. Nondimeno, restano il disgusto e l’amarezza per l’accaduto: perché dissacrare un cadavere? Una morte in strada, forse sopraggiunta in seguito a una lunga agonia e nella solitudine della notte, o forse nell’indifferenza dei passanti, non bastano a soddisfare chi per gli animali desidera il peggio?

A noi non resta che augurare buon ponte a questo tigrato senza nome, e sperare che non abbia visto, dal cielo, cosa veniva fatto al suo cadavere.