Due leggende e credenze su gatti e mare, per appassionati e pescatori
Per quanto l’immagine comune voglia i gatti riottosi verso l’acqua al punto di odiarla, sappiamo bene che all’atto pratico non è sempre così. Bastano a dimostrarlo due celebri gatti marinai impiegati nientemeno che su navi da guerra o di esploratori, rispettivamente Sergej e Trim, ma gli esempi potrebbero essere infiniti. Cosa ci racconta invece il folklore? Per farci un’idea, ecco due leggende e credenze su gatti e mare.
Il fatto che la figura della strega sia stata per lungo tempo legata al gatto, per ragioni antropologiche oltre che meramente superstiziose, non è un segreto per nessuno. Non ci si sorprenderà, allora, a sentir narrare di una presunta strega che era innamorata di un pescatore, e che con i suoi poteri legati al mare ha affondato la flotta di quanti volevano punirla per i suoi atti di stregoneria con l’annegamento.
La sua forma animale? Un gatto, ovviamente.
E così, ancora oggi i pescatori lasciano al mare una porzione del loro pescato… “per la gatta”, perché sia benevola verso di loro.
E che dire dei tanti gatti che amano viaggiare in barca, o si trovano nonostante tutto in quella situazione?
Stando a chi viaggia stabilmente per mare, sembra che se mai il gatto fosse tanto sfortunato da cadere fuori bordo ciò significherebbe che una tempesta pronta ad affondare l’imbarcazione è in arrivo.
La credenza è probabilmente legata al fatto che, in tempi antichi, se veniva a mancare il gatto su una nave essa sarebbe finita presto o tardi preda dei topi; con tutte le conseguenze di tipo sanitario che ne conseguiva, nonché la perdita delle scorte di cibo a favore dei roditori. Un destino simile all’essere affondati, tutto sommato, perché in entrambi i casi l’equipaggio non aveva possibilità di salvezza.
Queste sono solo due leggende e credenze su gatti e mare. Sicuramente il mondo ne è pieno: basta solo cercarle!