Gatti e fantasmi, un legame che va oltre Halloween
Nell’articolo dedicato ad Halloween dello scorso anno abbiamo narrato del Cat Sìth, lo spirito felino che secondo il folklore scozzese ruba di tanto in tanto le anime dei defunti nel tempo che intercorre tra la dipartita e la sepoltura. Lo stesso Cat Sìth, per tutto l’anno spirito infido, a Samhain, come i celti definivano la corrente festa di Halloween, diveniva invece una creature benigna, pronta a benedire ogni casa al cui esterno fosse stato lasciato un piattino di latte. Per la redazione di questo articolo, ci interessa però maggiormente il suo volto più malevolo… perché, in tema Halloween, vi vogliamo raccontare della relazione tra gatti e fantasmi. Relazione che diversi tipi di folklore registrano.
Occorre a questo punto fare un passo indietro, e spiegare brevemente a chi non lo sapesse cosa fosse Samhain. Samhain era la notte in cui il velo tra il mondo dei vivi e dei morti si faceva più sottile e più facile da oltrepassare, la notte in cui era più facile incontrare gli “Aos Sì”, il nome con cui spiriti e fate erano conosciuti. Diventa facile, ora, capire come Halloween sia ritenuta oggi la notte di streghe, fantasmi e entità soprannaturali in genere. E cosa c’è di più simbolico del gatto, per una strega?
Gerald e Loretta Hausman, nel loro libro Il mio gatto è un mito, hanno raccontato un curioso aneddoto che riguarda appunto il legame tra gatti e fantasmi, spettri e spiriti in genere. Gli autori del libro narrano come, durante un soggiorno in Giamaica abbiano alloggiato nell’ala più antica di un edificio, ala che si diceva essere particolarmente frequentata da spettri. Durante tale soggiorno la coppia ha fatto inoltre amicizia con Rampuss, un gatto maschio dall’indole semi-selvatica veterano di mille battaglie feline. Per una settimana, Rampuss soggiornò con gli Hausman, e durante quello stesso arco di tempo i locali dissero di vedere “spettri come se piovesse”. Da sempre i gatti amano i fantasmi e i fantasmi amano i gatti, spiegò loro la cuoca giamaicana del complesso.
Non è, ovviamente, l’unico aneddoto che collega gatti e fantasmi. Questa seconda storia vede come protagonista umano Lord Carvanon, egittologo che guidò gli scavi a Tebe nel ‘900. L’uomo decise di portare a casa con sé il sarcofago di un gatto da cui era rimasto incantato, un gatto evidentemente scelto come compagno nel viaggio dell’aldilà per il deceduto.
Nella notte, si svegliò trovandosi di fronte prima il sarcofago spaccato, poi, fianco e fianco, il fantasma di un felino che gli graffiò la mano. Il suo micio tigrato, in tutto ciò, fissava i cespugli, occhi spalancati e pelo diritto, come vi vedesse chissà cosa… di invisibile a Lord Carvanon.
Forse l’egittologo ha sognato, certo. Ma non è anche nei sogni che i confini tra i mondi scompaiono?
Questa terza, ultima storia di Halloween ha invece sede nel Mississippi, stato del sud degli Stati Uniti, e ha luogo in un tempo imprecisato, successivo alla guerra di secessione. Si racconta che un predicatore decise di passare la notte in una casa disabitata da tempo, e di trascorrere la notte leggendo la Bibbia. A un certo punto, è un suono a interromperlo; e la fonte è un gattino comparso ai suoi piedi. Quel gattino è soltanto il primo di tanti visitatori felini, perché presto la stanza si riempie di gatti fantasma sempre più grandi, che soffiano e bisticciano tra loro. Il predicatore sopravvive all’incontro, ma perde i sensi. Certamente non per colpa dei gatti fantasma, però, che di lui proprio non si curano.
Tra gatti e fantasmi, quindi, esiste un legame dall’alba dei tempi. E voi, ne avete incontrato qualcuno nella magica notte di Halloween?