Gatti e toxoplasmosi: sfatiamo un mito!

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Quando si parla di gatti e toxoplasmosi, il tema è spesso accompagnato da timori e malintesi, soprattutto tra le donne in gravidanza. Questo collegamento ha alimentato nel tempo la falsa credenza che vivere con un gatto rappresenti un rischio significativo per la salute. Ma quanto c’è di vero in questa convinzione? Esaminiamo i fatti, sfatando i miti e chiarendo come i nostri amici felini non siano affatto i principali responsabili di questa infezione.

Cos’è la toxoplasmosi?

La toxoplasmosi è una malattia infettiva parassitaria che colpisce esclusivamente animali a sangue caldo, inclusi i mammiferi (uomo compreso) e gli uccelli. È causata dal protozoo Toxoplasma gondii, un parassita intracellulare obbligato. Appartiene al gruppo delle zoonosi, ovvero infezioni che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo, principalmente tramite contatto con oocisti mature presenti nell’ambiente o consumo di carne cruda o poco cotta.

Il gatto, unico ospite definitivo del parassita, si infetta principalmente ingerendo tessuto muscolare infetto, ad esempio cacciando prede come roditori o uccelli, oppure consumando carne contaminata. I gatti che vivono esclusivamente in casa corrono un rischio minimo di infezione, a meno che non vengano alimentati con carne cruda. Dopo l’infezione primaria, il gatto elimina oocisti nelle feci per pochi giorni. Tuttavia, queste oocisti non sono immediatamente infettive, poiché richiedono un periodo di maturazione nell’ambiente che varia da 24 ore a 5 giorni.

È importante sottolineare che i gatti non si infettano direttamente attraverso il contatto con feci di altri gatti, ma solo ingerendo oocisti mature dall’ambiente. La maggior parte delle specie animali, inclusi roditori e uccelli, fungono da ospiti intermedi, ospitando le cisti tissutali del parassita, che vengono trasmesse solo quando vengono ingerite da un predatore o da un essere umano.

Come posso capire se il mio gatto è affetto da toxoplasmosi?

Si tratta di una patologia scarsamente sintomatica, infatti il più delle volte passa inosservata e può essere confusa con un banale raffreddore. Nei cuccioli o nei gatti anziani si possono avere sintomi quali: diarrea, problemi di inappetenza, lieve aumento della temperatura; solitamente comunque si tratta di sintomi di lieve entità. Mentre può accadere di riscontrare sintomi più gravi (polmoniti, insufficienza epatica, uveite e disturbi neurologici)  in soggetti gravemente deperiti o affetti da FiV o FeLV.

Come può essere trasmessa all’uomo?

La toxoplasmosi è una malattia che si può trasmettere agli esseri umani, ma il ruolo dei gatti in questo processo è spesso frainteso. Sebbene le persone possano infettarsi tramite il contatto con oocisti mature presenti nelle feci del gatto, il rischio è estremamente basso, soprattutto se si seguono semplici precauzioni igieniche. Per evitare ogni possibilità di contagio, basta pulire la lettiera quotidianamente utilizzando guanti monouso e lavarsi accuratamente le mani dopo.

In realtà, la via di trasmissione più comune per il parassita che causa la toxoplasmosi è legata al consumo di alimenti contaminati, come carne cruda o poco cotta, insaccati, verdure non lavate o acqua infetta. Anche attività come il giardinaggio, se svolte senza guanti, possono comportare un rischio, poiché il terreno può contenere oocisti mature.

Importante: accarezzare o convivere con un gatto non rappresenta un rischio di trasmissione. La toxoplasmosi non si contrae attraverso il contatto diretto con il pelo o la pelle dell’animale, ma solo ingerendo oocisti mature o cisti tissutali presenti in alimenti contaminati.

 

Precauzioni per le donne in gravidanza

La toxoplasmosi può rappresentare un rischio per le donne in gravidanza, poiché l’infezione primaria durante questo periodo potrebbe trasmettersi al feto. Tuttavia, è possibile convivere tranquillamente con un gatto seguendo alcune semplici accortezze:

  • Affidare la pulizia della lettiera a qualcun altro. Se non è possibile, usare guanti monouso e lavarsi bene le mani.
  • Pulire la lettiera quotidianamente. Le oocisti diventano infettive solo dopo almeno 24 ore, quindi una pulizia frequente riduce il rischio.
  • Evitare carne cruda o poco cotta, insaccati e verdure non lavate. Lavare accuratamente frutta e verdura, meglio se con bicarbonato, e cuocere la carne a temperature sicure.
  • Congelare la carne prima di consumarla. Il congelamento sotto -12°C per almeno 48 ore può eliminare il parassita.
  • Indossare guanti durante il giardinaggio. Il terreno potrebbe contenere oocisti mature, quindi è importante proteggersi.

 

In conclusione, il gatto non è il principale colpevole

Contrariamente al mito, il gatto è in fondo alla lista delle fonti di toxoplasmosi per gli esseri umani. La principale responsabilità va invece attribuita al consumo di alimenti contaminati e al contatto con terreni infetti. I gatti domestici, ben curati e alimentati correttamente, sono compagni sicuri e amorevoli che non rappresentano una minaccia reale.

Una corretta informazione è fondamentale non solo per prevenire inutili allarmismi, ma anche per evitare che questi pregiudizi continuino a causare l’abbandono di tanti mici innocenti. Convivere con un gatto non è solo possibile, ma anche benefico per il benessere emotivo e fisico, purché si adottino poche e semplici regole igieniche.