Il Marine Brian Chambers e il micio Kiki

Afghanistan, regione di Nawa, 2010. I Marines americani sono lì stanziati sotto ordine del governo degli Stati Uniti. La situazione in uno stato di guerra è tesa tanto per i civili quanto per i militari, e c’è davvero poco che permetta di mantenere l’umanità in un inferno di sangue e violenza. Per il Caporale Brian Chambers la salvezza è stato Kiki, un cucciolo di tre settimane “ospite” della base, così come lo sono stati molti altri randagi.

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Kiki e Brian. Foto presa da http://www.kittyarmy.com/.

Può sembrare strano pensare ad un contingente di Marines in teneri atteggiamenti con gatti e gattini, o anche la sola idea che dei gatti siano benvenuti all’interno di una base militare. Al contrario, invece, è una situazione piuttosto comune: gli animali danno ai soldati qualcosa per cui sorridere, oltre a dare una mano nel tenere lontani topi o serpenti. E nel frattempo, ci guadagnano un posto caldo in cui dormire.

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Quello che di tanto in tanto succede è che uno dei Marines si affezioni a un gatto in particolare, e questa è proprio la storia di Kiki e Brian.
Vi ricordate? Vi abbiamo già raccontato due storie simili. Le trovate qui e qui!

Il loro primo incontro risale al novembre del 2009, quando un commilitone di Brian portò Kiki alla base. L’evento che ha legato ulteriormente micetto e Marines è stata la scomparsa di Kiki nel marzo 2010; il gatto si è poi ripresentato alla base pochi giorni dopo, in pessime condizioni di salute, ferito come se qualcuno avesse cercato di scuoiarlo. Si è salvato solo grazie alle cure del veterinario Andrew Kunkel.
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