La filaria, una minaccia silente per il gatto
Tante e varie sono le minacce per la salute del nostro micio, ma la filaria merita sicuramente uno dei primi posti nella classifica di pericolosità.
La prima delle ragioni per sostenere questa affermazione è che, perché il nostro gatto contragga la filaria, può essere sufficiente la puntura di una zanzara infetta da larve del parassita Dirofilaria immitis; tali larve vengono immesse nel corpo e attraverso i vasi sanguigni raggiungono i polmoni o il cuore, dove si sviluppano in veri e propri vermi lunghi fino a 32 centimetri. Una volta installatisi, possono restare nel corpo del gatto anche per tre anni.
Viene da sé che un gatto libero di vagabondare è più a rischio di un gatto indoor, magari all’interno di una casa dotata di zanzariere, ma la possibilità di contagio esiste per tutti: non capita a tutti di aprire la porta del terrazzo per curare le piante, o semplicemente di uscire di casa, e aprire la via a un insetto piccolo come una zanzara? La buona notizia è che il gatto ha una buona possibilità di liberarsi autonomamente dell’ospite indesiderato, e se anche ciò non accade nell’organismo felino i vermi crescono di dimensioni molto minori del normale e possono risultare meno nocivi.
La filaria resta tuttavia una malattia estremamente subdola, in grado di portare l’animale alla morte senza che neppure ci si accorga che qualcosa non va. Può infatti risultare asintomatica, e diagnosticata soltanto post mortem come causa del decesso; esistono ad oggi esami, tra cui quello sanguigno, in grado di rilevare ugualmente il parassita, ma sono purtroppo relativamente utilizzati anche in considerazione della suddetta natura asintomatica del problema. Correte ai ripari, e dal veterinario, se notaste invece i seguenti sintomi, perché possono indicare la presenza di larve nel cuore o nei polmoni: tosse, perdita di peso, vomito, letargia e problemi respiratori. Dal momento che sintomi come questi possono essere associati a una lunga lista di malattie, la procedura opportuna sarebbe far effettuare una radiografia per individuare l’eventuale infestazione.
E se la diagnosi è effettivamente filaria? Non esistono purtroppo medicamenti specifici, ma è possibile utilizzare la dossiciclina, un antibiotico in grado di accorciare il ciclo di vita delle larve portandole alla morte. L’impatto di tale cura sul micio può essere tuttavia devastante e portarlo ugualmente alla morte dal momento che tendenzialmente va ad agire molto vicino a un organo vitale.
La prevenzione sembra dunque l’unica via realmente valida, praticabile tramite la somministrazione di medicine in via preventiva (naturalmente, sotto controllo veterinario) o effettuando test di controllo a cadenze regolari.