La gatta Nina è viva grazie a un farmaco a uso umano
La scelta di permettere, in ambito veterinario, l’uso di farmaci a uso umano, o equivalenti, ha fatto parecchio a discutere a suo tempo. E ancora oggi c’è chi solleva obiezioni di tipo economico o sanitario. Eppure, senza questa evoluzione almeno un animale avrebbe perso la vita. La gatta Nina è viva grazie a un farmaco a uso umano, per l’appunto.
Occorre, prima di immergersi nella storia di Nina, fare una precisazione. Anche prima che la Legge di Bilancio 2021 entrasse in vigore non era completamente proibito ai veterinari fare uso di farmaci equivalenti: era però possibile solo nel caso in cui il principio attivo necessario per la cura non fosse presente in un medicinale veterinario.
Questo, però, non sarebbe bastato a salvare la vita a Nina.
Quando, infatti, la sua anziana umana, Anna, ha saputo che la sua Nina era preda di un tumore è caduta nella disperazione. Era ben cosciente di non possedere i mezzi economici necessari a tentare un ciclo di cura.
È doveroso precisare che il problema della signora Anna andava al di là dell’acquisto del farmaco, e per lei anche i soli costi veterinari sarebbero stati proibitivi. Parliamo di circa 1.500,00 € di spese di assistenza veterinaria e ricovero, farmaci esclusi. L’innovazione giunta con la Legge di Bilancio 2021, tuttavia, ha permesso alla LAV di tendere una mano a Nina e alla signora Anna.
Di fatto, la gatta Nina è viva grazie a un farmaco a uso umano, per la precisione il Mobic. Come il suo equivalente veterinario, il Loxicom, si basa sul principio attivo noto come Meloxicam. La differenza fondamentale è appunto nel costo: 5 fiale di soluzione iniettabile da 15 mg/1,5 ml di Mobic ml costano 3,80 €, laddove un singolo flacone da 20 ml di soluzione iniettabile di Loxicom 5 mg/ml richiede il pagamento di 93,20 €.
Con tutta probabilità, senza la possibilità di richiedere la prescrizione del Loxam, neanche la LAV avrebbe potuto aiutare Nina e Anna. È chiaro, quindi, come questa sia una conquista epocale!