La poesia di Cesare Pavese “I gatti lo sapranno”

Non sono pochi i poeti che hanno dedicato tempo, amore e arte ai gatti. C’è del resto, tra queste due categorie, un’alchimia quasi magica.

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E la poesia di Cesare Pavese I gatti lo sapranno ne è l’ennesima dimostrazione. Prima di provare a commentarla, ve ne proponiamo dunque la lettura.

Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l’alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.

Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.

Farai gesti anche tu.
Risponderai parole –
viso di primavera,
farai gesti anche tu.

I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l’alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi più ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.

Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell’alba,
viso di primavera.

Non è in realtà facile interpretare questi versi. Sappiamo che Pavese li compose non molto tempo prima della sua morte, e una delle supposizioni è che parlino in verità dell’attrice Constance Dowling, che lui amava e che invece lo abbandonò in favore di un rivale.

Questo nostrano poeta non ci è noto come gattofilo. Eppure, forse, se ha scelto i nostri felini come testimoni di un sentimento profondo li considerava saggi, perché solo chi possiede questa caratteristica può assimilare e comprendere a fondo il dolore, che permea questo componimento.

Un dolore che sfiora la malinconia, e che è nascosto nel cuore del soggetto della poesia, ma non ai gatti. Che tutto vedono, percepiscono e comprendono, con un intuito selvaggio ma per questo più efficace del nostro, ammaestrato e lineare.

La nostra è solo un’interpretazione senza pretese. Quel che è certo è che la poesia di Cesare Pavese I gatti lo sapranno sa essere struggente, e tocca corde nascoste dell’animo.