Le vostre storie – Pipe, il gattino salvato dal tubo con la forza dell’amore

Crescere un cucciolo fin dal primo giorno è un’esperienza emozionante, ma certamente non è facile. Non è uno scherzo sostituire mamma gatta, e certamente noi umani non potremo mai insegnare a un gattino come si fanno le fusa. Nondimeno, quando una mamma gatta non c’è, sta a noi garantire la sopravvivenza di un orfano.

Vi abbiamo raccontato, di recente, la storia del micio Ollie; e come il piccolo Ollie, Pipe è stato cresciuto da una mamma umana, Simonetta. Proprio Simonetta ci ha raccontato la storia di Pipe, il gattino salvato dal tubo con la forza dell’amore.

banner

Tutto è iniziato in un caldo 9 luglio con un grido d’aiuto, il grido d’aiuto di Pipe. Simonetta, suo marito Salvatore e il loro figlio Claudio si trovavano, per quella che certamente è stata provvidenza, sufficientemente vicini da udirlo; e ne hanno trovato l’origine, vale a dire un tubo che si trovava all’interno della bocca di lupo che affianca la scala esterna che sale all’appartamento della famiglia di Simonetta.

Hanno tentato immediatamente, infilandovi la mano, di tirare fuori lo scricciolo lì intrappolato. Invano, purtroppo, in quanto nel tubo c’era uno snodo.

Poco dopo, il silenzio. Sembrava che Pipe fosse morto, che si fosse infine arreso. Mezz’ora dopo, però, Salvatore è ripassato per quell’esatto punto durante il tragitto verso il suo luogo di lavoro… e Pipe ha ricominciato a miagolare. Chiedeva di vivere!

Così, senza pensarci un secondo in più, lui si è armato di mazzetta e scalpello, intenzionato anche a spaccare l’asfalto se necessario, pur di mettere in salvo il micetto intrappolato. Grazie a un paio di pinze in silicone da cucina, alla fine, Claudio è stato in grado di riportare Pipe alla luce del sole.

Il piccino aveva ancora la placenta addosso. Probabilmente, mamma gatta aveva giudicato quel tubo un rifugio sufficientemente sicuro e riservato, rendendosi conto troppo tardi di non poter più raggiungere il suo piccolo. O forse,  a mamma gatta è parso un luogo tranquillo dove poter tenere nascosto il piccolo, che potrebbe essere caduto nel tubo inavvertitamente.

E così, è iniziato il percorso di Pipe, il gattino salvato dal tubo con la forza dell’amore, verso la vita. Sono iniziati gli allattamenti a base di apposito latte in polvere, offerti al piccolo orfano con rigorose tempistiche.

A tre giorni, Pipe pesava 116 grammi.

Era tanto piccino da stare nel palmo di una mano!

Per prendersi al meglio cura di Pipe, Simonetta non lo ha mai lasciato solo. Lo portava persino in ufficio con lei.

Tutte le cure e le premure nello svezzamento hanno dato i loro frutti: durante la prima visita dalla veterinaria, dodici giorni dopo il ritrovamento, tutto è andato bene e il piccolo è stato decretato sanissimo.

E a 15 giorni di vita ha aperto gli occhi!

Anche in seguito, Simonetta e famiglia hanno continuato a portare con loro Pipe per non lasciarlo mai solo. Lo hanno persino portato al lago.

La storia di Pipe continua alla pagina successiva.