Louis Wain: artista, gattofilo, schizofrenico
Di artisti ispirati dall’universo felino è pieno il mondo: i musei ne sono la prova più concreta, ma artisti come James Joyce, e il più recente Simon Tofield ribadiscono perfettamente il concetto. Oggi però è Louis Wain, artista vittoriano, gattofilo e che ha sofferto di schizofrenia, a essere sotto i riflettori.
Loius Wain è nato nel 1860 in Inghilterra, in piena epoca vittoriana. Nasce già affetto da palatoschisi, una malformazione del palato caratterizzata da una fessura nell’area palatale. Ciò lo ha inizialmente mantenuto lontano dalle scuole, ma non ha mai frenato la sua natura curiosa: osservava tutto attorno a lui, ridisegnandolo poi nella sua mente. E’ giunto a frequentare la West London School of Art, ed è riuscito a diventare un insegnante.
Soltanto dopo la morte del padre si è reinventato come illustratore, proponendo a diversi giornali di Londra vignette satiriche e illustrazioni di cui proprio i gatti erano protagonisti, ritratti e comportamenti umani. Abbiamo già infatti detto come Wain fosse un grande osservatore: come artista, osservava le persone durante i loro rituali sociali e le ridisegnava come gatti.
La sua prima ispirazione pare sia però stata Peter, il suo gatto bianco e nero: non sorprende quindi che fosse un gattofilo, nientemeno che il presidente del National Cat Club per un periodo. Tramite la sua arte ha potuto sostenere economicamente sia la madre, sia le sorelle, anche quando una di esse è stata rinchiusa in un manicomio.
Purtroppo, dopo la Grande Guerra il suo successo ha cominciato ad affievolirsi, e al contempo personaggi di dubbia moralità hanno iniziato a rubare da lui approfittandosi del suo talento. Tali circostanze lo hanno lasciato impoverito, e sembra abbiano fatto scattare in lui i primi segni di malattia mentale: Wain ha iniziato a diventare aggressivo, e a tratti persino abusivo e violento. Si dice che la sua condizione sia in realtà stata causata dalla toxoplasmosi, ma non ci sono prove di questo.
Nel 1924 è stato dichiarato malato di mente, e rinchiuso nel manicomio di Springfield. Tanto la sua condotta impeccabile quanto gli appelli dello scrittore Herbert George Wells e del Primo Ministro Ramsay MacDonald gli hanno fatto guadagnare il posto di guardiano presso il Royal Bethlem Hospital.
La schizofrenia non lo ha fermato dal continuare a disegnare, rendendo anzi le sue opere ricche di linee e colori particolari, brillanti, a tratti pervase di uno strano senso di inquietudine.
Proprio a Bethlem ha prodotto i suoi primi “gatti caleidoscopici”, un filone della sua arte di cui fanno parte tanto figure di gatto riconoscibili quanto raffigurazioni non naturalistiche e caratterizzate da motivi geometrici.
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