Nuovo virus felino simile all’epatite B, scoperto dall’Università di Sydney

I pericoli in agguato per la salute dei nostri gatti sono numerosi, e non è raro che anche qualcuno dei più insidiosi resti sconosciuto a chi non è adeguatamente informato. Il discorso, naturalmente, è diverso per i ricercatori che si occupano di monitorare lo stato dei virus. Proprio l’Università di Sidney ha recentemente svelato l’esistenza di un nuovo virus felino simile all’epatite B che affligge gli esseri umani.

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Il team di ricerca che ha fatto la ricerca, capitanato da Julia Beatty, era impegnato in un progetto volto a identificare i virus che intervengono nello sviluppo del cancro nei gatti immunocompromessi, vale a dire affetti da FIV.

I risultati sono stati piuttosto sorprendenti, perché i ricercatori hanno incrociato le loro strade, quasi per caso, con questa sconosciuta forma virale. Il virus è stato reperito in una coltivazione di cellule con linfoma, ovvero un cancro del sangue. Il suo nome, al momento e in via provvisoria, è hepadnavirus. A livello clinico, virus simili a quello scoperto possono portare allo sviluppo di epatite e cancro al fegato. Nei gatti affetti da FIV, l’hepadnavirus ha attecchito nel 10% dei casi, mentre nei gatti il cui sistema immunitario era integro e perfettamente funzionante solo nel 3,2% dei casi.

La dottoressa Beatty ha dichiarato in merito alla scoperta:

“Più saranno le specie che potremo conoscere come portatrici di questo virus, più potremmo imparare su come questo tipo di virus interagisce con l’organismo ospitante. A parte la rilevanza per la salute dei felini, questa scoperta ci aiuta a comprendere come i virus dell’epatite, che possono essere letali, si evolvono nelle diverse specie animali”

Inoltre, la scoperta di questo nuovo virus felino simile all’epatite B può agevolare l’industria veterinaria globale nello sviluppo di nuovi farmaci e vaccini. Senza contare che, ora che i veterinari sono consapevoli della sua esistenza, potranno identificarlo correttamente quando lo incontreranno in un paziente a quattro zampe.