Sembrava un British invece era un Merdish: un romanzo in vero gattese!

Ce lo siamo chiesto tutti almeno una volta nella vita: cosa pensano i nostri gatti di noi? Ci amano, ci odiano, ci tollerano benevolmente, o forse tutto ciò a rotazione e a seconda del momento specifico? Ormai dovrebbe essere chiaro che ogni gatto è a sé, e non solo, il linguaggio felino è abbastanza articolato da raccontare, parecchio a saperlo decodificare. Quindi no, non possiamo rispondere in merito al vostro felino di casa. Ma un punto di vista a riguardo, su cui riflettere, ce lo fornisce Sembrava un British invece era un Merdish, il romanzo scritto in gattese di Olivia Ninotti.

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La voce narrante è quella della protagonista, Luna, una gattina di razza Scottish Fold così battezzata dalla famiglia di “bua” (bipedi umani adulti) e “bubbi” (i figli della coppia) che decide di adottarla. Il tono è semiserio, a tratti apertamente ironico, talvolta persino filosofico nelle conclusioni che la gattina raggiunge. E siccome non vorremmo spoilerarvi né i dettagli più succosi della trama né il messaggio finale del racconto, ci limiteremo a narrarvi i fatti principali che avvengono attorno a Luna, condendoli con qualche frizzante citazione, per farvi comprendere che tipo di narrazione aspettarvi.

Ebbene, la storia di Luna, o Lunetta per il bua maschio della famiglia, inizia in uno dei modi più classici: in un negozio di animali. Condivide la gabbia con una giovane Sphynx, ansiosa, persino troppo, di imparare da lei e fare amicizia, e deve sopportare la lingua lunga di un pappagallo ciarliero, ma dal vocabolario alquanto ridotto. Così, quando la sua futura famiglia entra dalla porta, ecco che li accalappia al lazo pur di fuggire…

La Sphynx sotto si blocca all’improvviso e fa un verso lungo e lugubre, mai fatto prima, né da coniglio né da pipistrello. È un verso che apre il portale sul mondo di Cthulhu. Siccome non può gonfiare il pelo, si gonfia lei. Un maiale rosa in affanno. Capisco al volo che quella è la mia occasione. 

La bua e il padrone del negozio sono accorsi in salvataggio del maiale e del pipistrello. Io lancio il gattosguardo prima al bua, poi alla bua. Sono una bella gattina carina. Frfrfrfrfrfr. 

“Aggiudicata”, mi indica il bua. 

Avete già capito, vero, chi sarà lo schiavo numero uno di Lunetta?

Luna

Un altro momento topico è l’incontro con l’anziana gatta di casa, una persiana di 15 anni di nome Morgana che dopo la scomparsa del suo compagno a quattro zampe passa le giornate tra trasportino, usato come cuccia, ciotole e lettiera. In realtà, l’anziana gatta si rivelerà parecchio sveglia e furba. Non vi sveliamo come evolverà il rapporto tra le due, ma vi regaliamo questo altro aneddoto direttamente da Sembrava un British invece era un Merdish.

L’ho soprannominata Occhio di Sauron.

Mi ha soffiato ma non ho capito da dove è uscito il soffio. Per un attimo, messa così a soffiare dentro al trasportino buio con le strisce di liquame marrone che colavano dagli occhi di vetro e quei denti gialli, ho avuto l’impressione fosse Pennywise. Le mancava solo il dono della parola e il palloncino rosso. 

Mi è venuto un colpo. Giuro che gliela faccio pagare. 

Naturalmente, non è solo con gli animali di casa che Luna impara a relazionarsi. Tempo al tempo, studia con cura i bua e i tre bubbi, costruendo con ciascuno di loro un rapporto e… imparando qualcosa da loro, persino. Quello della famiglia di Luna si rivela essere un vero e proprio microcosmo, e molto del tempo narrativo è dedicato agli umani. Visti, sempre, attraverso la lente di Luna.

Tuttavia, è doveroso dedicare qualche parola al Merdish citato nel titolo. Meglio noto prima come Coso poi come Zecca, approda in famiglia grazie all’intervento del veterinario di fiducia, Mr. Potato, che ne enuncia una triste storia di perdita intera della famiglia. Apparentemente, deduce Luna, a Zecca piace essere picchiato perché risponde a soffi e zampate con un frfrfrfrfr. Non solo, riesce persino a zittire Morgana/Occhio di Sauron.

Ha pure preso il vizio di infilarsi nel trasportino per dormire con Occhio di Sauron. E quella non fa un plissé. 

Oddio, una volta ha provato a soffiargli. Dico provato e in un’unica occasione, perché a metà del FFFFFFFFFFFFCSSSSSSSSSSSSSXXXXXXXXXFFFFTUF il coso le ha ficcato la lingua in bocca. Occhio di Sauron ha reagito spiaccicandosi in fondo alla gabbia e non si è più mossa mentre lui le eseguiva con professionalità certosina la pulizia del muso. 

Lo avete dedotto, vero, a questo punto che c’è tutto un vero vocabolario felino, con tanto di glossario consultabile?

Di più non vi sveliamo. Se siete curiosi, non vi resta che comprare Sembrava un British invece era un Merdish, che potete trovare qui. Chi scrive ve lo consiglia caldamente!