Un assaggio delle parole feline della scrittrice Shifra Horn, tratte dall’opera “Gatti”
“Ecco il grande segreto della creatività. Trattate le idee come i gatti: fate sì che vi seguano”, scrisse Ray Bradbury nel suo libro “Lo zen nell’arte della scrittura”. E non è un caso, che proprio uno scrittore utilizzi una metafora a tema gattesco. Ci vorrebbe un trattato, per fare onore a tutti i momenti in cui alle nostre tigri domestiche si è fatto onore nella letteratura. Oggi, ci limitiamo con modestia a presentarvi un assaggio delle parole feline della scrittrice Shifra Horn, come da lei espresse nella sua opera “Gatti”.
Mi aspettava un grigio futuro senza gatti in quella Tokyo che mi accolse con uno smog soffocante e un’umidità aggressiva. In quei giorni, quando la nostalgia per i miei gatti mi divorava, me ne andavo in giro per le strade seguendo i gatti randagi giapponesi che mi guardavano in tralice con uno sguardo carico di disprezzo per la “gaijina” che cercava disperatamente di chiacchierare con loro.
Come compresi in seguito, è chiaro che i giapponesi credono che i gatti del loro paese parlino un’altra lingua. Infatti il verso del gatto viene descritto nella letteratura giapponese come un nin-nin o nya-nya che non ricorda per niente il miao miao. Così trascorsi i primi mesi frustrata e profondamente umiliata per l’abisso culturale e le difficoltà linguistiche fonte dell’incomprensione tra me e i gatti giapponesi.
Incontrai gatti di un’altra specie nelle banche, nelle drogherie e dai fruttivendoli. Erano gatti di ceramica o di cartapesta. Sul loro corpo bianco erano dipinte macchie di color arancione e nero, sul ventre troneggiava il simbolo dello yen. Tutti i gatti, i grandi come i piccoli, erano seduti sul sedere, con la zampa destra alzata in segno di saluto. Questo maneki-neko, il “gatto che porta fortuna”, come mi spiegarono, aveva il compito di provvedere a che entrassero nel negozio quanti più clienti possibili e il proprietario guadagnasse molto.
E a voi, viaggiando all’estero, è mai successo di non riuscire a stabilire un contatto e un rapporto con la popolazione felina locale? Come avete risolto il problema? Chissà che un assaggio delle parole feline della scrittrice Shifra Horn non diventi uno spunto di riflessione!
Se poi vi piacciono i “maneki neko”, nel caso non lo sapeste, sul nostro shop li trovate in varie forme.