Nonostante veniamo appellati come “umani”, ahimè molti di noi hanno ben poco della cosiddetta humanitas, intesa come rispetto di sé e degli altri e di arricchimento e approfondimento di rapporti umani. A volte, sembra che, più di noi, possiedano qualità similari i nostri amici a quattro zampe. Come nel caso della storia di oggi, in cui si narra come un gatto si è infilato nella gabbia dell’amico cane per consolarlo.
Siamo in Sudafrica, nella città di Johannesburg e per la precisione presso il Greenside Animal Hospital. Proprio qui era ospite il gatto Ginger, un micio di circa sei settimane dal grande cuore e dalla considerevole empatia. È innegabilmente vero che alcuni quattrozampe possiedono una particolare sensibilità, e si rendono conto se qualcuno vicino a loro soffre. In questo caso, Ginger ha percepito il malessere di un altro ospite della clinica: Anne, una cagnetta con un problema alle vie biliari particolarmente spaventata dalla gabbia e dai veterinari.
Ginger e Anne erano ovviamente tenuti separati, ciascuno nel suo gabbione, e non era affatto previsto che entrassero in contatto. Eppure Ginger, percependo come Anne avesse bisogno di conforto, è riuscito a evadere dalla sua “stanza” e successivamente, grazie allo spazio tra le sbarre, a entrare nella gabbia di Anne. Così, fianco a fianco, li ha trovati il personale. E nonostante si sia cercato di tenerli separati, anche per ragioni cliniche, Ginger non ha voluto sentire ragioni.
Più di una volta è tornato da Anne, e così alla fine la clinica ha lasciato che condividessero gli spazi.
Se pensiamo che un gatto si è infilato nella gabbia dell’amico cane per consolarlo, dando ascolto alla sua empatia, mentre noi operiamo atrocità innominabili uno sull’altro anche solo per qualche moneta… non dovremmo forse imparare da loro?