Ypres: città dove gettavano i gatti dal campanile, oggi sede del Kattenstoet
Per un gattofilo, “Medioevo” è sinonimo di “inferno” per i gatti. Non è un segreto per nessuno, infatti, con quanta intensità la caccia alle streghe tipica dell’epoca abbia investito anche i gatti, troppo spesso scambiati per famigli o ricettacoli per demoni. La cattiva fama che si guadagnarono i gatti al tempo è stata espressa in maniera piuttosto colorita in una cittadina dell’attuale Belgio. E oggi vi raccontiamo di quella cittadina, Ypres: città dove gettavano i gatti dal campanile.
Era, appunto, il Medioevo, e Ypres era lì lì per diventare un nodo centrale nel commercio di abiti e tessuti. I magazzini erano pieni di lana, pronta ad essere filata e trasformata in splendidi capi. C’era però un problema: i topi, che prediligevano proprio le matasse di lana come loro nido ideale. Che altro fare, se non chiamare un team di gatti a soccorso? La soluzione ha funzionato a meraviglia, anzi, fin troppo a meraviglia, perché i felini hanno iniziato a riprodursi senza freni. Complice la necessità di ridurre la popolazione felina, complice la crudeltà intrinseca del Medioevo, gli abitanti di Yvres hanno creato una vera e propria giornata settimanale dedicata alla risoluzione del problema. Ogni mercoledì, pare, un certo numero di gatti veniva lanciato dal campanile, per il perverso divertimento degli spettatori. Purtroppo la tradizione non si è limitata al Medioevo; è proseguita fino al 1817, quando in qualche modo il fatto che un gatto tigrato sia uscito illeso dalla caduta è parso il “segno” che fosse ora di concludere quella pratica.
Negli Anni Trenta la tradizione è stata ripresa in modo giocoso, ricordata tramite il lancio di animali di pezza e confetti.
E oggi?
Oggi, fortunatamente, a Ypres non si gettano più gatti dal campanile. Anzi, la città è cambiata in modo significativo. Ypres: città dove gettavano i gatti dal campanile, è oggi il luogo in cui si celebra ogni tre anni la manifestazione “Kattenstoet”, nota anche come “Cat Festival”. Durante il Kattenstoet grandi e piccini si mascherano da gatti, si organizzano letture e spettacoli a tema felino e alla fine la processione diretta al campanile attraversa la città, da cui si getteranno i pupazzi preparati per l’occasione.
Che sia, il Kattenstoet, un modo per farsi perdonare del trattamento inumano riservato per secoli ai gatti? Certo, per quanto giocoso il lancio dei giocattoli evoca sgradevoli memorie, ma quello che conta è che adesso quella terribile tradizione sia terminata. Cosa che non si può dire di altre similari tradizioni.