Orazio, il gatto destinato all’eutanasia è stato salvato con un intervento rarissimo
Si consiglia spesso, quasi a tutti, di tenere i piedi piantati a terra per bene, perché la realtà, si sa, sa essere parecchio dura. Eppure qualche volta planare dove osano le aquile è la sola via per un lieto fine. È grazie a questa audacia che il gatto Orazio è sopravvissuto a un rarissimo intervento.
Questo bel micione bianco-tigrato è stato a tanto così da ricevere l’eutanasia. Vittima di una una frattura sacrococcigea con vescica occupante tutto l’addome, sembrava che per sopravvivere dovesse vivere con un catetere addosso tutta la vita.
Una soluzione assurda, che razionalmente lasciava spazio solo a una puntura di dolce morte. Le volontarie de “Le Sfigatte”, associazione di Torino dedicata alla salvaguardia dei randagi, erano più che rattristate all’idea di arrendersi così dopo aver messo in salvo Orazio. Eppure, sembrava non ci fosse alternativa. Se non una, giudicata impraticabile quanto un catetere.
Il cuore umano, però, qualche volta forse sa cosa è giusto fare. Così, ha raccontato la presidente de “Le Sfigatte” Laura Bettella: “La veterinaria ci ha detto: nessuno tra noi veterinari se l’è sentita di addormentarlo, quindi ora non ci resta che provare a compiere un miracolo”.
Detto, fatto: il gatto Orazio è sopravvissuto a un rarissimo intervento, compiuto soltanto 10 volte in tutto nella storia della veterinaria. Inclusa l’occasione in cui la procedura ha salvato la vita al nostro miracolato.
Le mani “sante” sono quelle della Clinica Borgo Po di Torino, e nello specifico della Dottoressa Piera Ferraris.
E le belle notizie non finiscono qui! Lo staff, innamorato di lui dal loro primo incontro, ha deciso di adottarlo in comunità. Ora Orazio adesso ha una casa e un fratello felino di nome Popi, nota mascotte della struttura.
Ebbene, qualche volta sognare in grande non solo fa bene allo spirito. Salva una vita, e ne scalda molte altre.